Enuma Elish, Zecharia Sitchin

Francesco Pastore all’interpretazione di Sitchin sull’Enuma Elish

PARTE 1

Ho avuto modo più volte di scambiare corrispondenza su Facebook con Francesco Pastore, che si distingue da tutti gli altri critici di Sitchin per metodologia e per dedizione, risultando secondo me il più completo e autorevole critico del lavoro dell’orientalista russo. In molte delle nostre corrispondenze gli ho fatto notare quella che secondo me è la sua grande pecca: una eccessiva fiducia nell’ortodossia e una chiusura totale rispetto a quei passaggi che accademicamente non vengono spiegati. Francesco Pastore infatti critica l’interpretazione di Sitchin, ma allo stesso tempo assume per giusta quella accademica (che poi, in ogni singolo ambito, non esiste una sola interpretazione accademica ma ne esistono molte e a volte molto diverse, ma di questo Pastore non si occupa) ‘de facto’ senza ulteriore indagine. A lui basta che ciò che gli accademici dicono sia diverso da quel che Sitchin dice, e conclude che Sitchin sbaglia. Questo modo di procedere a mio avviso compromette le altrimenti grandi capacità di questo critico. Francesco Pastore è autore di lunghe e difficilissime ricerche nei testi, ma utilizza queste ricerche solo ed esclusivamente per segnalare la differenza tra ciò che gli autori accademici dicono e ciò che è divulgato da Sitchin. Pastore inoltre si mostra eccessivamente selettivo nelle fonti di critica, prediligendo paragoni con testi molto lontani dalle versioni di Sitchin senza paragonarli con altre versioni, ugualmente accademiche, più vicine alla versione ‘sitchiniana’. Pastore inoltre si ferma spesso a singole frasi accademiche, senza indagare per conto suo quei casi in cui le affermazioni accademiche possono convalidate da un concetto (o per questo valide, pur non convalidate) ma non convalidate da altri (o non validi per altri). Non meno importante, Pastore non va quasi mai a verificare i testi originali e il significato dei termini; il farlo gli avrebbe evitato parecchi errori. Qui di seguito è riportata la lunga ma assolutamente incompleta analisi dell’Enuma Elish fatta da Pastore (si ferma infatti alla I tavoletta), con una serie di note che costituisce le mie risposte al suo lavoro.

Sitchin afferma che molti studiosi considerano l’Enuma elish: «…una sorta di opera filosofica – la versione più antica dell’eterna lotta tra bene e male – oppure un allegoria dell’avvicendarsi di inverno ed estate, alba e tramonto, morte e resurrezione. Se però guardiamo al racconto così come esso appare, e proviamo a considerarlo una semplice enunciazione di eventi cosmologici così come i Nefilim li avevano spiegato ai Sumeri, troveremo nell’Epica della Creazione una spiegazione perfetta di avvenimenti che si erano probabilmente verificati nel nostro sistema solare.» – Il pianeta degli dei pp. 204-205
Quindi più che un “epica” sarebbe una “cronaca”, proviamo a mettere alla prova questo criterio metodologico di Sitchin cioè di considerare l’Enuma elish “una semplice enunciazione di eventi cosmologici”, utilizzando sia la traduzione di Sitchin che quella di Bottéro-Kramer (BK), due fra i più noti assiriologi-sumerologi. [ – NOTA 1 – ]

Sitchin
Quando nell’alto il Cielo non aveva ancora un nome,
e in basso, la Terra non era stata chiamata;
nulla, eccetto il primordiale APSU, il loro Genitore,
MUMMU e TIAMAT – colei che li partorì tutti; le loro acque erano
mescolate insieme.
Non esistevano ancora canneti, né paludi.
Nessuno degli dei era stato ancora creato.
Nessuno aveva un nome, i loro destini erano incerti;
fu allora che in mezzo a loro presero forma gli dei (1:1-9)

BK
Quando Lassù Il cielo non aveva ancora nome,
E Quaggiù la terra ferma non era ancora chiamata con un nome,
Soli, Apsu-il-primo, loro progenitore,
E Madre (?) – Tiamat, genitrice per tutti loro,
Mescolavano insieme le loro acque:
Né banchi di canne vi erano ancora raggruppati
Né canneti vi erano distinguibili.
E mentre degli dei nessuno era ancora apparso,
Essi non erano né chiamati per nome né definiti da un destino,
In (Apsu-Tiamat) alcuni dei furono creati (1:1-9)

Sitchin
«Nella distesa dello spazio, gli “dei” – ovvero i pianeti – non
sono ancora apparsi, non hanno un nome né un “destino” – un’orbita –
fisso. Esistono solo tre corpi: “il primordiale AP.SU” (“uno che esiste fin
dal principio”); MUM.MU (“uno che è nato”) e TIAMAT (“vergine della
vita”). Le “acque” di Apsu e Tiamat erano mescolate, e il testo chiarisce
che non si intendono le acque in cui crescono le canne, ma piuttosto le
acque primordiali, gli elementi fondamentali dell’universo, dispensatori
della vita.»
In verità il testo sembra chiarire il contrario, dire come traduce Sitchin
non esistevano ancora canneti, né paludi è sottinteso che sarebbero
esistiti, se dico che certi eventi sono accaduti sulla Terra quando non
esistevano ancora gli uomini sottintendo che un giorno ci sarebbero stati
non che non sarebbero mai esistiti. [ – NOTA 2 – ]

Sitchin: «Apsu, dunque, è il Sole, “quello che esiste fin dall’inizio”.
Vicino a lui sta Mummu, e dal racconto si comprende chiaramente che
Mummu era l’aiutante più fidato, il messaggero di Apsu: una descrizione
che corrisponde perfettamente a Mercurio, il piccolo pianeta che corre
rapidamente attorno al suo gigantesco padrone. Ed era proprio questo il
concetto che anche gli antichi Greci e i romani avevano del dio-pianeta
Mercurio:il veloce messaggero degli dei. Più in là Tiamat, cioè il
“mostro” che Marduk avrebbe in seguito mandato in frantumi, il “pianeta
mancante”.»
Il termine MUMMU ha diversi significati: Pronome indefinito:
qualcosa, qualcuno. Sostantivo: 1. artigiano, creatore; 2. scuola per
scribi, officia, bottega. – Nome del Visir di Apsu.
Mummu come sostantivo di artigiano o creatore è a volte usato come
epiteto oltre nel caso in discussione al verso I, 4 del Enuma Elish per
Tiamat, anche in altre opere letterarie in riferimento a Ea, Marduk e
Ishtar. Il termine mummu Tiamat può quindi in teoria tradursi con la
creatrice Tiamat, come fece ad esempio Stephanie Dalley:
And maker Tiamat, who bore them all – I. 4 [ – NOTA 3 – ]
C’è però anche chi afferma che lo scriba abbia per errore scritto mummu
al posto di ummu che dovrebbe significare madre, da qui la traduzione di
Bottéro-Kramer che nella nota al testo così argomentano:
«Il Mummu che precede Tiamat nel testo al verso 4 non è, in realtà, che un epiteto di quest’ultima, forse mal copiato (sta per ummu: «madre»?).
lo si è spesso considerato, a torto, «una terza persona», apparsa nello
stesso tempo nella diade originale. L’errore risale all’età antica,
probabilmente ancora prima di Damascio, che ne sarebbe il primo
testimone (?). Questo errore sarebbe stato anche favorito dalla
designazione di «paggio» di Apsu in 1: 30sg.? Quanto all’interpretazione
ce ne dà Damascio – forse seguendo altri o nella tradizione locale? Di «Il
mondo intellegibile» -, un nome comune accadico, mummu ha potuto
influenzarla. Significa infatti qualcosa di sostanziale, oggetto o soggetto
della creazione, e si utilizza anche nel binomio bit-mummu: «locale, sala
del mummu», per indicare di preferenza un annesso del tempio, dove si
riparava, e forse si costruiva, il materiale del culto, cominciando dalle
immagini e statue degli dei e che serviva anche forse come scriptorium.
Vedi Chicago Assyrian Dictionary, M/2, pp. 197 sg.» [ – NOTA 4 – ]
Nel 1990 Piotr Michalowski ha scritto un articolo interessante Presence
at the creation  che ha trovato molto consenso tra gli studiosi, in
sintesi:
«…mummu è un’apposizione che viene inserita in quanto costituisce un
«gioco di parole» (ricordiamo che il «gioco di parole» era l’asse portante
dell’ermeneutica babilonese) basato sul sumerico mu7 -mu7 «rumore»,
per indicare che come il Nome indica «presenza», così il Rumore indica
«azione».» – Luciano Arcella, Paola Pisi, Roberto Scagno (a cura di)
Confronto con Mircea Elide p. 228 [ – NOTA 5 – ]
L’interpretazione di Sitchin viene considerata dalla comunità accademica
semplicemente un errore. [ – NOTA 6 – ]

NOTE:
1) È vero che Bottero e Kramer sono due dei maggiori assiriologi, ma sono anche due tra i più interpretativi. Questo non pregiudica ovviamente il senso della analisi fatta da Pastore, ma se si va in cerca di una analisi approfondita sarebbe bene utilizzare versioni meno interpretative o, quando possibile, traduzioni letterali. Visto che Pastore utilizza questa fonte, io contraporrò le versioni di altri studiosi dello stesso genere.

2) Il senso di questa osservazione di Pastore è totalmente sbagliato, e slegato dalla frase di Sitchin da lui stesso riportata. Sitchin nella sua analisi afferma che le acque mescolate erano quelle di Tiamat e di Apsu, le loro acque primordiali, e non le acque in cui sarebbero cresciuti i cannetti. Il ‘in realtà il testo sembra chiarire il contrario’ di Pastore implica che secondo lui il testo starebbe a dire che le acque mescolate erano quelle che avrebbero dato origine o in cui sarebbero stati i canneti. Ma poi lui sembra evidenziare la differenza tra il concetto espresso da Sitchin sui ‘canneti ancora non esistenti’ e quello di B-K di ‘banchi di canne ancora non raggruppati’. Una osservazione sulla traduzione sarebbe ammissibile, ma la conclusione finale di Pastore “sottintendo che un giorno ci sarebbero stati non che non sarebbero mai esistiti” è completamente insensata: Sitchin non afferma minimamente che qualcosa non sarebbe mai esistito. Ad ogni modo, la differenza di traduzione e di concetto tra ‘non esistevano’ e ‘non erano raggrupati’ deriva dall’errore madornale fatto da Pastore di prendere il libro di Sitchin tradotto in italiano. La versione inglese del primo libro di Sitchin riporta esattamente: “ No reed had yet formed, no marshland had appeared “. Questa traduzione di Sitchin è perfettamente corrispondente a quella di L.W. King e Nicole Sigaud che infatti traducono con “ no field was formed ”. Ad ogni modo, linguisticamente va  chiarito che il nocciolo è il termine accadico KISSURU (ki.is.su.ru in originale – Enuma Elish tavola 1 riga 6) che è una forma finita (un passato) del verbo kiṣru il quale ha il significato di ‘ordinare – raggruppare – raccogliere’ ma anche di ‘formare’.

3) Questo di Mummu è un concetto sul quale diversi accademici hanno dibattuto, a mio parere completamente senza motivo. In sostanza si afferma che siccome Mummu è utilizzato col significato di ‘costruttore – operaio – creatore’ in altri testi, qui debba avere lo stesso significato. Questa estensione è di per se non motivata, specialmente alla luce di successivi versi dell’Enuma Elish di cui parleremo più avanti. In particolare però qui mi preme osservare che Pastore, in linea con diversi accademici, reputa MUMMU un aggettivo di Tiamat. Nemmeno questa interpretazione è motivata, perché pretende di poter stabilire con certezza la suddivisione delle parole dell’Enuma Elish, cosa che invece è impossibile. Per capire cosa intendo riporto qui il contenuto accadico dei versi in questione esattamente come traslitterati:

zu ab ma res tu u za ru su un
mu um mu ti amat mu al li da at gim ri su un

traducendo:

ABZU il primo il loro generatore
Mummu Tiamat generò loro tutti

Interessante notare che gli accademici in genere aggiungono un ‘e’ prima di Mummu,
facendo pensare che in quel momento siano presenti:

Abzu (il primo, loro generatore) E Mummu Tiamat (che generò loro tutti)

Ma se invece il testo fosse da leggere:

Abzu (il loro generatore), Mummu, Tiamat (che generò loro tutti)

la cosa sarebbe completamente diversa. Non esistendo segni di interpunzione né separatori né il cuneiforme per la congiunzione E (sumero e accadico U), la tesi accademica appoggiata da Pastore secondo la quale Mummu sia da legare a Tiamat o ne sia un epiteto è linguisticamente ingiustificata. Dal punto di vista prettamente linguistico né la tesi di Sitchin esclude quella accademica, né quella accademica esclude quella di Sitchin. La chiave può essere cercata solo in un altro modo, ed è quello che farò alla fine di queste note (in realtà lo ho gia fatto anni fa nel mio lungo articolo sull’Enuma Elish).

4) Qui raggiungiamo livelli impensabili di interpretazione: per rendere plausibile un attribuzione del termine Mummu (che compare integro in tutte le versioni del testo finora ritrovate) si arriva ad ipotizzare un errore di scrittura da parte degli scribi. Si afferma che lo scriba volesse scrivere UMMU (madre) e abbia invece scritto MUMMU, ma questa ipotesi è assurda per due motivi:
a) lo scriba originale avrebbe dovuto commettere lo stesso errore in tutte le volte che nel testo compare questo nome, e nessuno degli scribi ‘copiatori’ successivi si sarebbe accorto di questo errore

b) se per noi la differenza tra UMMU e MUMMU è una sola Miniziale, per lo scriba che scriveva in cuneiforme la differenza è sostanziale. La scrittura per UMMU è un unico glifo cuneiforme con pronuncia fonetica UMMU ma con valore AMA, mentre la scrittura cuneiforme per MUMMU è ben diversa. Qui di seguito sono riportate le 2 diverse scritture cuneiformi (la prima di UMMU e la seconda di MUMMU):

<

Uno scriba non ragiona in fonemi, ma in glifi cuneiformi, e non avrebbe mai potuto commettere un errore del genere.

5) la spiegazione data del gioco di parole relativo a -MU7 non è credibile perché il glifo usato non è quello di MU7. Ancora una volta si fa un volo pindarico per non accettare che MUMMU è un personaggio a se stante. Il cuneiforme per MU7 è riportato qui sotto:

6) Pastore commette un grave errore: la comunità accademica non si è pronunciata in nessun modo sul lavoro di Sitchin, salvo il caso di Lorenzo Verderame, docente di assirologia alla università La Sapienza di Roma. Ma Lorenzo Verderame non è “la comunità accademica”, è solo UN accademico e, come abbiamo mostrato nel dossier a lui dedicato, con grossissime lacune nella sua materia. Chiuse queste note, rimane da chiarire chi è Mummu. Ed è molto semplice. Che si tratti di un ‘assistente’ di Apsu è detto chiaramente nell’Enuma Elish al rigo 30-31 della I tavoletta. Riporto qui di seguito i versi dal 29 al 32 così come tradotti da Nicole Sigaud:

29. Then Apsû, the begetter of the great gods,
30. Cried unto Mummu, his minister, and said unto him:
31. “O Mummu, thou minister that rejoicest my spirit,
32. “Come, unto Tiamat let us [go]!”

L’accadico originale per questi versi è il seguente:

inusu Abzu zari DINGIR DINGIR rabiutim
issima d.Mummu sukkallasu izakkarsu
d.Mummu sukkallu muttibba kabbattiia
alkamma seriis Tiamat iniillik

Il termine SUKKAL in accadico descrive il ‘ministro’ o ‘rappresentante – aiutante’. Alcuni occasionalmente hanno visto nel fatto che in questi versi il nome Mummu sia preceduto dal determinativo ‘Dingir’ (d.) (mentre nel versetto 4 questo non avviene) la prova che il versetto 4 non si riferisca ad un personaggio vero e proprio. Sostengono quindi che siccome non c’ è il determinativo MUMMU non è un nome ma un attributo. Anche questa osservazione è ingiustificata, poiché lungo tutto il corso del testo i nomi di alcuni personaggi ricorrono con o senza determinativo. Tiamat stessa è scritta quasi sempre senza determinativo, e così succede spesso per Anshar (es: versetto 15 – tavola I).


PARTE 2

Sitchin
nacquero il dio LAHMU e il dio LAHAMU;
per nome furono chiamati.
Prima che essi fossero cresciuti in età
E in statura fino alla grandezza stabilita,
il dio ANSHAR e il dio KISHAR furono formati
e li superarono [per grandezza].
Col prolungarsi dei giorni e il moltiplicarsi degli anni,
il dio ANU divenne loro figlio – rivale dei suoi antenati.
Poi il primogenito di Anshar, Anu,
pari a sé e a sua immagine generò NUDIMMUD. (1:10-16)

BK
Lahmu e Lahamu apparvero e furono chiamati per nome.
Pima che fossero divenuti grandi e forti,
Furono creati Ansar e Kisar, che erano superiori.
Quando ebbero prolungati i propri giorni, moltiplicati i propri anni,
Anu fu il primo nato, simile ai suoi genitori.
Come Ansar aveva fatto simile a lui Anu, suo rampollo,
Anu ugualmente, a propria somiglianza, creò (Ea-) Nudimmud. (1:10-16)

Sitchin
«Dal punto di vista etimologico, i nomi di questi due pianeti derivano
dalla radice LHM (“fare guerra”). Gli antichi ci hanno tramandato la tradizione
secondo cui Marte era il dio della guerra e Venere dea dell’amore e della guerra.
E infatti LAHMU e LAHAMU sono nomi rispettivamente maschile e
femminile. In tal modo l’identità dei due dei epici e dei pianeti Marte e Venere è
dimostrata sia etimologicamente sia mitologicamente.»
Sitchin non spiega in quale lingua la radice LHM può dare il significato di
“fare guerra”, forse si riferiva all’ebraico LHM (lacham) che significa
combattere, fare battaglia Link. [ – NOTA 1 – ]
Se è vero che l’ebraico molti termini li ha presi dalla lingua accadica, non è
detto che lo siano anche i significati, infatti il testo An Akkadian Lexical
Companion For Biblical Habrew
 a p. 188 afferma che radice ebraica LHM
deriva dall’accadico lemu che significa “assumere cibo o bevande” e non fa
alcun riferimento al “fare guerra”.
The Assyrian Dictionary riporta che Le-He-Mu significa “essere pieno di
capelli” e nulla a che vedere con la guerra. Lahmu infatti è conosciuto anche
con l’appellativo di “dai lunghi capelli”. [ – NOTA 2 – ]
Per scrupolo tempo fa sottoposi la questione ad un docente di Assirologia che
così rispose:
«La radice consonantica si spiega con il passaggio del nome della divinità dal
sumerico all’accadico, dove compare appunto nella forma Lahmu e Lahamu.
Tuttavia la radice LHM in accadico (sia che la si legga come lehemu o
lahamu: ometto lunghezze vocaliche perché non posso renderle senza i caratteri
semitici) non ha a che vedere con la guerra. Le divinità in questione sono
accostate, tanto dai dizionari accadici che dal Reallexikon der Assyriologie (la voce è curata dall’autorevole W.G. Lambert, uno dei massimi esperti di
mitologia sumero-accadica) a dei tutelari delle porte.» [ – NOTA 3 – ]

Sitchin
«Il tempo passò (“si moltiplicarono gli anni”) e nacque una terza coppia di pianeti. Dapprima si formò ANU, più piccolo di Anshar e Kishar (“il loro figlio”), ma più grande dei primi pianeti (“rivale dei suoi antenati” per dimensioni). Poi Anu generò a sua volta un pianeta gemello, “pari a sé e a sua immagine”; il nome babilonese di questo pianeta era NUDIMMUD, un epiteto di Ea/Enki. Ancora una volta, la descrizione delle dimensioni e dell’ubicazione di questa nuova coppia di pianeti corrisponde perfettamente alla terza coppia conosciuta di pianeti del nostro sistema solare,Urano e Nettuno.»
Sitchin descrive Anu più piccolo dei suoi genitori semplicemente perché era “il
loro figlio”, qui entra in ballo la diversità di traduzione con BK infatti questi
riportano che Anu era “simile ai suoi genitori” il quale similmente fece pari a se
Ea come scrive anche Sitchin. Viene inoltre detto che Anu era più grande dei
primi pianeti in quanto “rivale dei suoi antenati” per dimensioni, questa frase
però non è presente nel testo di BK, nemmeno in quello di King e Sandars.
[ – NOTA 4 – ]

BK
Ora. Nudimmud, egli, futuro ordinatore(?) dei suoi genitori,
Era di ampio intelletto, saggio e dotato di una forza immensa;
Ben più potente del creatore di suo padre, Ansar,
Non aveva uguali, a confronto con gli dei suoi fratelli.
Avendo dunque formato una banda, questi dei-fratelli
Disturbarono Tiamat, abbandonandosi al trambusto (?):
Sconvolgendo l’interno di Tiamat,
Turbando, con i loro svaghi, l’interno della «Dimora divina».
Apsu non riusciva a placare il tumulto.
Tiamat, tuttavia restava impassibile davanti a loro:
I loro maneggi le erano sgraditi,
La loro condotta, biasimevole, ma lei li risparmiava. (1:17-28)

Sitchin
I divini fratelli si coalizzarono;
disturbavano Tiamat andando avanti e indietro.
Turbavano il “ventre” di Tiamat
Coi loro strani movimenti nelle dimore del cielo.
Apsu non riusciva a frenare il loro clamore;
Tiamat era ammutolita dal loro comportamento.
Essi compivano atti detestabili
E si comportavano in maniera odiosa. (1:21-28)
Sitchin nelle sue considerazioni salta una descrizione importante di Ea, viene
detto che questi era:
“Ben più potente del creatore di suo padre [Anu/Urano], Ansar [Saturno]”.
[ – NOTA 5 – ]
Seguendo il “metodo Sitchin” qui viene detto che Nettuno è “ben più potente”
di Saturno, Visto che Saturno come dimensioni è più del doppio di Nettuno ed
ha, di conseguenza, una maggior forza gravitazionale, in cosa Ea risulterebbe
più potente di Ansar? Sitchin tace. [ – NOTA 6 – ]
Dal verso 29 al 78 Sitchin preferisce non riportare il testo, fa solo dei
commenti.
In sintesi, Ea insieme agli altri dei avendo fatto gruppo iniziarono con il loro
comportamento ad infastidire Tiamat ed Apsu, quest’ultimo insieme al suo
paggio Mummu ne parla con la “moglie” per decidere insieme di castigare i
loro figli ma Tiamat si rifiuta di intervenire dicendo di pazientare con benevolenza, su suggerimento di Mummu, Apsu decide comunque dare una
dura lezione ai figli, venuto a sapere le intenzioni di Apsu, Ea e gli altri dei si
coalizzarono per contrastarlo.

BK
Contro il fine di Apsu, [Ea] pensò, e dispose un piano d’insieme
Avendo adottato contro di lui in suo augusto Sortilegio, il più forte,
Glielo recitò e, con un filtro, lo fece riposare:
Il sonno lo pervase e dormiva beatamente.
Quando ebbe addormentato Apsu, pervase di sonno
(An)che Mummu-il-Consigliere, che fu troppo inebetito per stare in guardia (?).
(1:61-66) [ – NOTA 7 – ]
Ma come può Nettuno aver influito in modo così potente sul Sole, se lo chiede
anche Sitchin:
«Quale fu questo “incantesimo”, questa forza che Ea (il pianeta Nettuno, che
era allora il più esterno di tutti) avrebbe esercitato mentre ruotava intorno al
Sole e girava intorno a tutti gli altri pianeti? E’ possibile che la sua orbita
attorno al Sole abbia influito sul magnetismo del Sole stesso e quindi sulle sue
emissione radioattive? Oppure fu Nettuno stesso a emettere, fin dalla sua
creazione forti radiazioni di energia?»
Non ci vuole certo una laurea in Astrofisica per capire che in nessun modo
Nettuno può influire in quella maniera sul Sole, ma a quanto pare per Sitchin le
leggi della fisica sono solo degli optional, infatti senza darsi una risposta
afferma semplicemente che: [ – NOTA 8 – ]
«Qualunque sia stato l’influsso del pianeta, il racconto epico lo paragona
all’atto di «versare il sonno» – con effetto, quindi calmante – su Apsu (il Sole).
Persino «Mummu, il consigliere, non riusciva più a muoversi»».
Della serie: non so come è avvenuto ma grazie al mio “metodo” sappiamo,
dall’Epica della Creazione, che ciò è successo… e tanto basta. [ – NOTA 9 – ]

NOTE

1) Esattamente come afferma Pastore Sitchin commette probabilmente un errore facendo derivare dall’ebraico… il discorso di Pastore è corretto, soprattutto perché è improbabile che nel mito babilonese sia stata inserita una parola di derivazione aramaica o ebraica, anche qualora ne sia accertato il significato.

2) Il discorso qui è sbagliato, e si fa confusione con i termini. Ad avere il significato di ‘mangiare’ è il termine accadico leḫēmu (e non Lemu) che ha anche il significato (scritto esattamente alla stessa maniera) di ‘essere coperto di peli’ tramite la sua derivazione dal diversamente vocalizzato laḫāmu. Se il significato di Sitchin non è ammissibile, parimenti a mio avviso risulta dubbio quello riferito alla ‘copertura di peli’, poiché i termini Lahamu e Lahmu sono si i nomi comunemente traslitterati in tutte le versioni dell’ Enuma Elish, ma come segnalato da Langdon sono modifiche dei nomi originali Lahe e Lahha (rispettivamente maschile il primo e femminile il secondo). Il termine ‘peli – capelli’ in accadico è LAHMI.

3) Lahmu e Lahamu compaiono e vengono descritti in vari modi, curioso che l’ assirologo interpellato da Pastore sembri divulgare solo una ‘rappresentazione’ di questi due personaggi scelta apposta per contrastare il significato (errato o quantomeno improbabile, come detto) dato da Sitchin. Dipingendoli come ‘tutelari delle porte’ si allontana la mente dal concetto di ‘guerra’, si introduce un concetto positivo di ‘protezione’ allontanando quello negativo. Eppure Lahmu e Lahamu sono descritti anche come mostri in alcuni casi, come serpenti dell’abisso, come demoni, e nel “Poema del Paradiso” fanno parte dei 50 mostri che circondano Innini su comando di Anu. In un altro mito Lahamu è un mostro metà uomo e metà cane controllato dalla dea Gula. Insomma, il problema Lahmu / Lahamu è complesso, e liquidarlo con una associazione selettiva ai ‘dei tutelari delle porte’ è quantomeno riduttivo.

4) Questo è un errore di Pastore. Il concetto di ‘rivale dei suoi padri’ è espresso letteralmente al versetto 14 della prima tavoletta. L’accadico esatto è:

A-nu a-pil-su-nu sa-ni-nu abe-su

con il significato di:

Anu il loro figlio – contendente (rivale) dei padri

Il termine chiave è SANINU che significa rivale, derivante dalla radice verbale šanānu che ha il significato di ‘confrontarsi – contrastare – andare in anteposizione’. Ho sempre rimproverato a Pastore una eccessiva selettività nella ricerca delle fonti, e questo ne è un caso lampante: a lui è bastato prendere delle versioni interpretative, notare che quella frase non c’ era, per concludere che Sitchin sbaglia. Ma sarebbe bastato prendere una versione integrale TRADOTTA o affidarsi all’ originale accadico per evitare questo errore.

5) Gravissimo errore di Pastore nell’usare la traduzione in oggetto e non rifarsi al testo originale. Nei versi citati la interpretazione fatta da Bottero-Kramer “Ben più potente del creatore di suo padre, Ansar,” è completamente errata. In particolare nell’accadico non compare la relazione ‘del creatore di suo padre’. Il verso origiale è il seguente:

gu-us-sur ma-a-di-is a-na a-lid abi-su An-sar

che significa letteralmente:

reso (gusur) grande (madis) rispetto a (ana) progenitore (alid) padre (abi) suo (-su) Ansar

i termini chiave sono MADIS (grande), ALID ( da Walidu – progenitore), ABI (padre) e il pronome possessivo -SU agganciato a ABI, che si traduce ‘suo padre’. Dunque ALID ABI-SU ANSAR significa letteralmente ‘progenitore suo padre Ansar’, e NON ‘progenitore/i DI suo padre Ansar’. Per esprimere il concetto ‘progenitore di suo padre’ si sarebbe dovuto terminare ABI con -IM che è il terminativo del genitivo maschile. Si potrebbe obiettare qui che il ‘padre’ di Nudimmud non era Ansar ma Anu, ma questa obiezione è sbagliata per due motivi

a) il termine AB (padre) può essere usato in forma figurata, e cioè è evidente dal rigo 20 che in alcune versioni riporta ‘era più potente dei suoi padri’ al plurale (es: tavola KAR-163 riporta ‘abesu’ = suoi padri) e dal rigo 17 che riporta ‘abe-su’ = suoi padri.
b) il rigo 16 sembra intendere che Anu generò Nudimmud ma non è così, infatto il rigo 16 è da leggere legato al 15 per chiarire. Il contenuto di questi versi in accadico é:

15. An-sar A-num bu-uk-ra-su u-mas-si-il
16. u A-num tam-si-la-su u-lid Nu-dim-mud

che si traduce:

15. Anshar Anu suo primogenito (bu-uk-ra-su – con -su pronome possessivo 3a singlare) creò come se (u-mas-si-il)
16. e come Anu generato (ulid) Nudimmud a sua somiglianza (tam-si-la-su)

del rigo 16 si deve pecificare che ULID è il praterito di wālidu/walādu ed è riferito ad Anu, non a Nudimmud, quindi è Anu generato da Ansar, e Nudimmud a sua somiglianza (‘tam-si-la-su’ è tamšīlu = somiglianza, immagine + -su pronome possessivo 3a singolare). D’ altronde se si legge nel testo che Ansar genera Anu come suo primo figlio (bukru – verso 15), è normale asserire che ne abbia almeno un altro – appunto Nudimmud. Inoltre (ma questo andrebbe verificato) Sitchin riporta nel suo ‘Il pianeta degli dei’ che Anu veniva chiamato KAKKAB-SHANAMMA traducendolo ‘pianeta che è doppio’ nel senso di Gemello. Il termine Shanamma deriva dal verbo šanû che significa ‘fare due volte, duplicare, fare di nuovo’. Un riferimento al fatto che Anu era il ‘doppione’ di Nudimmud o viceversa?

6) La considerazione di Pastore cade vista la nota 5. Se Pastore avesse seguito il ‘metodo Sitchin’ magari non avrebbe sbagliato.

7) Altro caso di traduzione completamente interpretativa, lontana anni luce dalla traduzione letterale (per una traduzione più fedele si veda Langdon: The Babylonian epics of Creation  restored from the recently restored tablet of Assur). La traduzione é:

Pensò da solo un piano avendo potere sulle cose e
realizzò sapientemente il suo incantamento, superando tutti
lo recitò e versò sulle acque
lo stregò nel sonno mentre riposava in una caverna(?)
Anu costrinse a dormire, inducendo (stregando) il sonno
di Mummu le cui parti masculine aveva danneggiato

La differenza specialmente in questo ultimo verso (66 tavola 1) deriva dalla diversa traslitterazione tra le versioni. In alcune compare D.MU.UM.MU TAM.LA.KU (es: Speiser) mentre in altre compare ILU.MU.UM.MU UT.LA.TUS (Langdon – restaurata dalla tavoletta 46803).

8) Non essendo un astrofisico non posso dire niente in merito, se non che rinomati astronomi come Chambers, Petit, Morbideli e Levison hanno stabilito che 4 miliardi di anni fa circa ci fu un evento in fase di formazione del sistema solare che ebbe ripercussione su “every nook and cranny of the Solar System” (ogni singolo angolo del sistema solare).

9) Come abbiamo visto abbonadantemente finora, il ‘metodo Sitchin’ funziona meglio e dà maggiori e migliori risultati del ‘metodo Pastore’, non vedo perché schernirlo…


PARTE 3

Sitchin
«Ea si mosse in fretta per disturbare Apsu del suo ruolo creativo.
Spegnendo, a quanto sembra, le immense emissioni di materia primordiale
dal Sole, Ea/Nettuno «sottrasse la tiara di Apsu, il su manto di luce», e Apsu
fu “sconfitto”. Mummu non poté più girargli intorno, venne «legato e lasciato
indietro», un pianeta senza più vita a fianco del suo padrone. Privando il Sole
del suo potere creativo – fermando, cioè, il processo di emissione di energia e
materia necessario per formare altri pianeti – gli dèi portarono al sistema
solare una pace temporanea.»

BK
Ea stacco la fascia frontale di Apsu e gli tolse la corona;
Gli sottrasse il Fulgore soprannaturale e se rivestì lui stesso;
Poi, avendolo abbattuto lo mise a morte
E rinchiuse Mummu sbarrando su di lui la porta.
Stabilì allora su Apsu la sua Abitazione,
E si impadronì di Mummu che teneva a guinzaglio,
Una volta che Ea ebbe immobilizzato e abbattuto questi malvagi,
E riportato il suo trionfo su questi avversari, (I: 67-74)
BK come anche Sandars riportano che Ea “uccise” Apsu non “sconfisse”
come scrive Sitchin che è ben altra cosa. [ – NOTA 1 – ]

Sitchin
«A sottolineare ulteriormente la vittoria, venne modificato il
significato e l’ubicazione dell’Apsu: l’epiteto, da quel momento, venne
riferito alla “dimora di Ea”. Qualunque altro pianeta, da allora, poteva venire
soltanto dal nuovo Apsu, dal “Profondo”, dalle lontane distese dello spazio
che il pianeta più esterno aveva di fronte»
BK riporta che Ea dopo aver messo a morte Apsu:
Stabilì allora su Apsu la sua Abitazione
E si impadronì di Mummu [Mercurio] che teneva a guinzaglio
[gravitazionalmente?]
Quindi Ea prese ad abitare dove prima c’era Apsu, seguendo il “metodo
Sitchin” Nettuno avrebbe dovuto prendere fisicamente il posto del Sole e
tenere a guinzaglio Mercurio. Lascio al lettore il commento di tali assurdità!
[ – NOTA 2 – ]

BK
Nei suoi appartamenti si riposò nella più totale calma:
Chiamò questo Palazzo Apsu, e vi stabilì la sua camera nuziale,
Dove Ea, con Damkina, sua sposa, sedettero in maestà.
In questo Santuario-dei-Destini, questa Cappella-delle-Sorti,
Fu procreato il più intelligente, il Saggio degli dei, il Signore:
Nel mezzo dell’Apsu, Marduk fu messo al mondo –
Nel mezzo del santo Apsu, Marduk fu messo al mondo.
Lo mise al mondo Ea, suo padre,
E lo partorì sua madre, Damkina. (1:75-84)

Sitchin
Nella camera dei Fati, nel luogo dei Destini,
un dio fu generato, il più capace e saggio degli dei;
nel cuore del Profondo fu creato Marduk. (1:79-81)
«Ecco, dunque, che entra in scena un nuovo “dio” – un nuovo pianeta – che
si era formato nel Profondo, nello spazio lontano, e qui aveva ricevuto il suo
moto orbitale – il “destino” di un pianeta. Ad attrarlo nel sistema solare fu il
pineta più esterno: «Colui che lo generò fu Ea» (Nettuno).»
Sitchin sapendo benissimo chi è Damkina:
«…MAR.DUK (“figlio del tumulo”), il primogenito di Enki e di sua moglie
DAM.KI.NA»
Viene meno al suo “criterio metodologico” non identificando Damkina con
nessun pianeta, forse perché erano finiti? [ – NOTA 3 – ]
Concludo con un osservazione: Anu/Urano decantando le qualità del nipote
Marduk dice:

BK
La sua ossatura è grandiosa – è sovrastante per nascita!
Mio figlio è un Utu (-Sole)! Mio figlio è un Utu (-Sole)!
Mio figlio è un Sole: il vero Sole degli dei! (1:100-102) [ – NOTA 4 – ]
I sumeri chiamavano il Sole Utu/Samas e lo consideravano una divinità
anche nel suo aspetto astrale (G. Pettinato), ma se seguiamo il “metodo
Sitchin” e si afferma che Apsu è il Sole allora Utu chi è? [ – NOTA 5 – ]

NOTE

1) la differenza di traduzione di Bottero-Kramer e Sandars da quella di Sitchin è dovuta al termine INA- RA-AS-SU del versetto 69, che significa ‘causare la sua morte / sconfitta’. Deriva dal termine nêru che significa sia ‘uccidere’ che ‘conquistare’ che ‘ferire – lacerare’. A parte questo non capisco quale grossa diferenza ci sia concettualmente.

2) Qui Pastore sbaglia completamente il senso dei versi, che vanno letti dal 69 al 73. A scanso di equivoco riporto l’ accadico originale con la traduzione:

ik-me-su-ma Apsa-am i-na-ra-as-su
Mu-um-mu i-ta-sir eli-su ip-tar-ka
[u]-kin -ma eli Apsi su-bat-su
Mu-um-mu it-ta-mah li-dan sir-rit-su
ul-tu lim-ni-e-su ik-mu-u i-sa-a-du

Poi legò Absu e lo uccise/sconfisse
Mummu legò e colpì il suo cranio
fissò su Apsu la sua dimora
circondò Mummu e strinse il suo legame
dopo che ebbe legato i suoi nemici e uccisi/sconfitti

Pastore taglia la interpretazione di Bottero-Kramer di un verso, e inizia con ‘Stabilì su Apsu la sua abitazione’ facendo credere che questa ‘abitazione’ sia di Ea stesso, mentre non si tratta della abitazione di Ea ma di una dimora (‘su-bat’ dal termine accadico šubtu che non significa soltanto dimora, ma anche ‘porzione – quartiere – accampamento’ e che quindi indica un luogo generico, non per forza una abitazione) in cui lega Mummu. In sostanza Ea lega Mummu non a se stesso ma ad Apsu, stabilisce la dimora di Mummu legata ad Apsu. Il concetto è completamente diverso!! E’ sbagliata anche la frase ‘si impadronì di Mummu che teneva al guinzaglio’, perché così scritta implicherebbe che Mummu era legato a Ea, ma questo nel testo non viene detto, viene detto solo che Mummu venne legato, e che la sua dimora (di Mummu) venne stabilita sopra Apsu (eli = sopra + Apsu + subat-su = sua dimora). Che Mummu sia legato ad Apsu e non ad Ea, e che quindi la dimora sia di Mummu su Apsu, è chiaro anche dal verso 73 che recita ‘quando ebbe legato i suoi nemici’.

3) Giusta osservazione, niente da eccepire, ho fatto notare più volte anche io che Sitchin non identifica Damkina.

4) Questo passo, i versi 100-101, esistono in varie versioni traslitterate in modo diverso. Langdon per esempio traslittera il verso 100 non MARU-UTU ma MARI IA-U-TU richiamando la versione della tavola VAT-9873, e il verso 101 come MA-RI SAMSU SA AN traducendolo ‘Figlio del Dio del Sole, Dio del Sole di Anu’ ma AN è scritto con valore fonetico del glifo DINGIR e non nella forma fonemica AN-UM presente in tutti gli altri versi. Il significato giusto dovrebbe essere quindi ‘Figlio del dio solare del cielo’. C’è di più: Langdon identifica IA-U-TU con ILUTU, quindi il plurale di ‘Dei’, e il concetto diventerebbe ‘Figlio degli dei, figlio degli dei del cielo’. Insomma ci sono parecchie bizzarrie qui, il chè rende la osservazione di Pastore non molto sensata e certamente troppo categorica. E la osservazione è sbagliata in ogni caso, perché, come Pastore dovrebbe ben sapere, il nome di Marduk viene tradotto proprio come ‘Figlio del Sole’, in relazione al ruolo centrale che Marduk aveva a Babilonia. Non significa che Marduk era figlio del dio Utu/Shamash, il dio solare sumero, ma che Marduk ne aveva assunto l’ importanza. Sitchin questo lo fa notare più volte nei suoi libri, specialmente quando identifica Marduk nel dio solare egizio Ra. Interessante notare che RA significa ‘puro’ esattamente come il sumero ‘UD’. UD infatti ha il significato di ‘brillante – puro – lucente’ e per estensione ‘sole – giorno’.

5) Pastore non ha letto Sitchin, e sopratutto non ha letto le liste di divinità sumere/accadiche come la An:Anum ed altre. I nomi che compaiono nell’ Enuma Elish sono nomi di divinità precedenti ad Anu, infatti gli ultimi tre dei/pianeti dell’ Enuma Elish (Anu, Ea, e Bel – Enlil più avanti nel testo quando si parla della formazione dell’ Eshara) sono tutti precedenti di 2 generazioni a Shamash/Utu. Non ha senso dunque chiedersi ‘Utu allora chi é?’ visto che stiamo parlando divinità precedenti di 2 generazioni.

Concludo questa mia serie di risposte esprimendo il mio rammarico per l’atteggiamento fortemente viziato di Francesco Pastore, atteggiamento che, guidato dal voler a tutti i costi trovare falle nel metodo e nelle interpretazioni di Sitchin, a mio avviso lo ha portato fare delle pessime figure. Mi auguro che ne sappia trarre insegnamento e nelle prosime analisi non commetta errori di questa gravità. Per chi volesse affrontare la lettura di una aalisi cosmogonica dell’Enuma Elish rimando al mio lunghissimo e dettagliatissimo articolo.


LE FALSIFICAZIONI DI PASTORE

L’utente Francesco Pastore di Eclisseforum si è occupato di criticare prima la versione di Sitchin dell’Enuma Elish, e una volta sbufalato, si è sentito in dovere di ribattere, ovviamente alla maniera di Eclisseforum, cioè proponendo analisi linguistiche ridicole e mozzando qui e li le mie spiegazioni. Francesco, al quale prima riconoscevo una certa onestà intelletuale superiore alla media di Eclisseforum, in realtà prima si è lanciato in critiche alla versione ‘sitchinita’ dell’Enuma Elish utilizzando versetti sbagliati, traduzioni interpretative etc, e poi ha cercato di aggiustare il tiro quando colto in fallo. Dalle sue fonti e traduzioni sballate e interpretative Pastore ha scritto:

“Viene inoltre detto che Anu era più grande dei primi pianeti in quanto “rivale dei suoi antenati” per dimensioni, questa frase però non è presente nel testo di BK, nemmeno in quello di King e Sandars.”

(si veda il 2° documento in questa sezione) facendo intendere che fosse Sitchin a inventare i contenuti, mentre semplicemente Pastore non usava i testi giusti. Quando gli ho dimostrato, traslitterazioni alla mano, che Sitchin non aveva inventato nulla ma che l’ errore era solo suo, ha rifiutato di ammetterlo. Ma Pastore è arrivato a ben altro: ha falsificato l’ ordine di alcuni versi e addirittura asserito che io cambiavo l’ ordine di alcune parole per supportare la mia tesi (e quella di Sitchin). Vediamo cosa dice ad un certo punto:

Demontis nella sua nota riporta correttamente la traslitterazione del verso 16:

16. u A-num tam-si-la-su u-lid Nu-dim-mud

che si traduce:

16. come (u) Anu (A-num) a sua somiglianza (tam-si-lasu)
generò (u-lid) Nudimmud (Nu-dim-mud)

Messa così la frase è chiaro che fu Anu a generare Nudimmud/Ea. Nella sua versione Demontis “sposta” le parole del verso traslitterato in questo modo:

16. u A-num u-lid Nu-dim-mud tam-si-la-su

traducendo quindi:

16. e come (u) Anu (A-num) generato (ulid) Nudimmud (Nudimmud)
a sua somiglianza (tam-si-la-su)

Evidentemente Demontis pensa che tradurre una frase in lingua sumera o accadica equivalga ad eseguire un operazione di addizione dove cambiando l’ordine degli addendi o delle parole la somma non cambia!
In realtà la cosa è completamente diversa, ecco il contenuto esatto del mio documento:

Anu generò Nudimmud ma non è cosi, infatti il rigo è da leggere legato al 15 per chiarire. Il contenuto di questi versi in accadico è:

15- An-sar A-num bu-uk-ra-su u-mas-si-il
16- u A-num tam-si-la-su u-li d Nu-dim-mud

che si traduce

15- Anshar Anu suo primogenito (bu-uk-ra-su – con -su pronome possessivo 3a singolare ) creò come se (u-mas-si-il)
16- e come Anu generato (u lid) Nudimmud a sua somiglianza (tam-si-la-su)

del rigo 16 si deve specificare che ULID è il praterito di walidu/waladu ed è riferito ad Anu, non ad Nidimmud, quindi è Anu generato da Ansar,e Nidimmud a sua somiglianza ( tam-si-la-su, è tamsilu = somiglianza immagine + -su pronome possessivo 3a singolare).
Dunque cosa faccio in questo documento? Spiego il senso di due versi legati tra loro, il 15 e il 16 (Pastore invece tralascia il 15 per poter fare un determinato discorso), NON SPOSTO nessuna parola, riporto la traslitterazione esatta, e rendo la traduzione in italiano in modo leggibile, ponendo affianco a ogni termine l’ accadico corrispondente. L’ ho fatto per evidenziare i termini chiave, ma avevo già fornito la versione originale del testo accadico poco prima e la traduzione dello stesso.

Pastore dunque si dimostra:
– inadatto a scegliere il tipo di fonte da utilizzare
– incapace di ammettere di aver utilizzato fonti errate e accusato ingiustamente Sitchin di aver inventato
– falsificatore a sua volta

Di fronte a un personaggio simile ho deciso di rifiutare di rispondere alle sue ulteriori analisi, avendo ragione di credere che le mie risposte sarebbero nuovamente falsificate.

Le fonti utilizzate:

  • Akkadian & Assyrian sign list – 2003
  • The babylonian Epic Of Creation – S. Langdon
  • Akkadian Myths and Epics – E.A. Speiser
  • Enuma Elish – N. Sigaud
  • Enuma Elish tablet I – cuneiform version
  • Enuma Elish – A. Heidel
  • Akkadian and Babylonian grammar – dictionary
  • Akkadian dictionary – Association Assyrophile de France(Alessandro Demontis)

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