
Nel 2007 il sito Canadian National Newspaper riporta stralci di intervista al dottor Samuel C. Chang, del progetto Human Genome. Il dottor Chang è uno specialista in sequenziazione del DNA, studio del âjunk DNAâ, e analisi del DNA cromosomale. Sono famosi i suoi studi sulla attivazione e disattivazione del cromosoma X nelle femmine di mammiferi (DNA umano, di ratti, e ibrido) e sulle patologie derivanti da alterazioni genetiche in seguito a contrazione di virus. Il Dottor Chang commenta una analisi del junk DNA esprimendo la propria opinione personale:
âOur hypothesis is that a higher extraterrestrial life form was engaged in creating new life and planting it on various planets. Earth is just one of them. Perhaps, after programming, our creators grow us the same way we grow bacteria in Petri dishes. We canât know their motives â whether it was a scientific experiment, or a way of preparing new planets for colonization, or is it long time ongoing business of
seedling life in the universe.âTRADUZIONE:
âLa nostra ipotesi è che una forma di vita extraterrestre piĂš alta fosse impegnata a creare nuova vita e a piantarla su vari pianeti. La Terra è solo una di queste. Forse, dopo la programmazione, i nostri creatori ci crescono allo stesso modo in cui coltiviamo i batteri nelle piastre di Petri. Non possiamo conoscere le loro motivazioni â che si trattasse di un esperimento scientifico o di un modo di preparare nuovi pianeti per la colonizzazione, o è ancora da tempo in corso
semina la vita nellâuniversoâ
Da dove viene questa supposizione personale? Il dottor Chang spiega:
âNon-coding sequences, originally known as âjunk DNAâ, were discovered years ago, and their function remained a mystery. The overwhelming majority of Human DNA is âOff-worldâ in origin. The apparent extraterrestrial junk genes merely âenjoy the rideâ with hard working active genes, passed from generation to generationâ
TRADUZIONE:
âLe sequenze non codificanti, originariamente conosciute comeâ DNA spazzatura â, sono state scoperte anni fa, e la loro funzione rimase un mistero. La stragrande maggioranza del DNA umano è di origine âfuori dal mondoâ. I geni apparentemente extraterrestri della junk si limitano a âgodersi il passaggioâ con geni attivi e laboriosi, trasmessi di generazione in generazioneâ
e ancora:
âThe alien chunks within human DNA have its own veins, arteries, and its own immune system that vigorously resists all our anti-cancer drugsâ
TRADUZIONE:
âI frammenti alieni nel DNA umano hanno le proprie vene, arterie e il proprio sistema immunitario che resiste vigorosamente a tutti i nostri farmaci anti-cancroâ
Una presentazione di un gruppo di ricerca genetica guidato da Wilfred RĂśling dellâUniversitĂ di Amsterdam e Hauke Smidt della Wageningen Universiteit mostra come la ricerca di materiale genetico su altri mondi (nel caso specifico Marte) sia una attivitĂ attualmente in corso, ben strutturata, e che parte da una metodologia ben definita. In particolare la presentazione definisce:
What does searching for extraterrestrial life imply, from the point of view of a microbiologist? Searching for universal characteristics, such as:
¡ form of cell-organisation
¡ form of energy storage and conversion
¡ hereditable informationTRADUZIONE:
Cosa implica la ricerca della vita extraterrestre, dal punto di vista di un microbiologo? Ricerca di caratteristiche universali, come ad esempio:
¡ Forma di organizzazione cellulare
¡ Forma di immagazzinamento e conversione dellâenergia
¡ Informazioni ereditabili

La presentazione riporta anche gli step procedurali nel caso della ricerca di vita su Marte, che vediamo riassunti nellâimmagine seguente.
Parentele genetiche inattese

Oltre ai giĂ visti lavori di Brian Sykes e di Spencer Wells, altri studi genetici hanno appurato parentele genetiche molto controverse. Eâ il caso della parentela dei Sardi con i Lidi, attraverso gli Etruschi. Lo studio di questa discendenza, divulgato da Dominique Briquel nel suo âLâOrigine lydienne des Ătrusques â Histoire de la doctrine dans lâAntiquitĂŠâ, è stato completato poi dal genetista Alberto Piazza il quale ha confermato in maniera scientifica ciò che Briquel aveva analizzato sotto altri aspetti umanistici. La parentela dei Sardi e degli Etruschi è stata lungamente analizzata dal glottologo e specialista in linguistica sarda ed etrusca Massimo Pittau nei suoi vari libri, e negli articoli âI sardi nuragici venivano dallâAsia Minoreâ e âIl DNA nella ricerca storicaâ. Ma nei Sardi esistono tracce anche di DNA mesopotamico tramite il ceppo sudovest-asiatico. Ă quando ha scoperto il team del Genographic Project di Spencer Wells, le cui analisi ci vengono proposte dal sito di antolpologia e genetica âDienekes Anthropology blogâ nellâarticolo chiamato âADMIXTURES analysis of Spencer Wellsâ. Questo articolo riporta lâanalisi del corredo generico personale del genetista Spencer Wells paragonato con quello di 36 persone di altre popolazioni. Il grafico presente nellâarticolo, riportato a pagina seguente, mostra che il DNA dei Sardi contiene per oltre il 90% corredo genetico âsud-europeoâ, come è naturale aspettarsi, ma anche piccole percentuali di corredo genetico ovestâasiatico, sudovest-asiatico, nordeuropeo (probabilmente celte) e tracce non ben apprezzabili di ovest-africano. Teniamo bene in mente questa relazione Sardegnaâ Medioriente perchĂŠ ci torneremo piĂš avanti per analizzare sia lâorigine della civiltĂ sarda, sia le parentele linguistiche tra sardo e accadico. Unâ altra scoperta molto importante è stata quella dellâaplotipo modale Cohen, una serie di mutazioni del cromosoma Y che fanno parte del corredo genetico dei sacerdoti giudei. Questa variante genetica è stata trovata da specialisti ormai vari anni fa, e resa nota da due studi in particolare pubblicati dallâ American Journal of Human Genetics. Il primo articolo, ad opera di Doron M. Behar, Mark G. Thomas, Karl Skorecki, Michael F. Hammer, Ekaterina Bulygina ed intitolato âMultiple Origins of Ashkenazi Levites: Y Chromosome Evidence for Both Near Eastern and European Ancestriesâ, e il secondo intitolato âThe Y Chromosome Pool of Jews as Part of the Genetic Landscape of the Middle Eastâ e pubblicato da Almut Nebel, Dvora Filon, Bernd Brinkmann, Partha P. Majumder, Marina Faerman e Ariella Oppenheim. Oltre a sfatare il mito della discendenza puramente matrilineare ebraica questi studi permettono di tracciare la storia genetica dei semiti. In questa direzione, altri studi hanno evidenziato che nel sudafrica sono presenti varie tribĂš imparentate con le popolazioni semite. Ă il caso della popolazione dei Lemba, tra i quali oltre allâaspetto genetico è ancora viva una tradizione sociale e religiosa del tutto simile a quella semita. Queste nozioni sono state divulgate da David McNaughton nel suo âAncient Zimbabwe civilizationâ, dal quale leggiamo:
An African tribe in the extreme north of South Africa, the Lembas, has a tradition that its male ancestry originally comprised âwhite people from over the sea who came to southeast Africa to obtain goldâ. Some years ago, Tudor Parfitt and his colleagues at the University of London established a DNA match between the Lemba tribe and people in the Hadramaut region of the Yemen. Particularly surprising was the discovery that members of the most senior Lemba clan displayed the Cohen Modal Haplotype, which is a distinctive feature of Jewish priesthood. This genetic pattern is carried by the Y-chromosome, so it is passed through the male line.
TRADUZIONE:
Una tribĂš africana nellâestremo nord del Sud Africa, i Lembas, ha una tradizione secondo la quale la sua discendenza maschile originariamente comprendeva âi bianchi da oltre il mare che venivano nel Sud-est dellâAfrica per ottenere lâoro â. Alcuni anni fa, Tudor Parfitt e i suoi colleghi dellâUniversitĂ di Londra hanno stabilito una corrispondenza di DNA tra la tribĂš di Lemba e le persone nella regione dello Hadramaut dello Yemen. Particolarmente sorprendente è stata la scoperta che i membri del piĂš vecchio clan Lemba hanno mostrato lâHaplotype modale di Cohen, che è una caratteristica distintiva dei sacerdoti ebraici. Questo modello genetico è portato dal cromosoma Y, quindi è passato attraverso la linea maschile.

Ă interessante notare il particolare riguardante la âgente bianca proveniente dal mare in cerca di oroâ, ma del rapporto tra Sudafrica e questo metallo parleremo abbondantemente piĂš avanti. Unâaltra parentela genetica inattesa, che conferma le teorie di Sitchin sul possibile passaggio di un gruppo di mesopotamici / anatolici lungo i percorsi indo-iranici per passare dalla Cina ed arrivare nelle Americhe, arriva da uno studio su 503 campioni di DNA maschile da 14 gruppi etnici della Cina occidentale. Le analisi mostrano la massiccia presenza dellâaplogruppo J2, di origine mesopotamica-anatolica, che ha ancora in queste zona la sua piĂš alta diffusione:Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Human Genetics il 23 Aprile 2010 col titolo:
âY-chromosome distributions among populations in Northwest China identify significant
contribution from Central Asian pastoralists and lesser influence of western Eurasiansâ.
Articolo di Alessandro Demontis