ANTICHI LUOGHI, GĂśbekli Tepe

GĂśbekli Tepe

GĂśbekli Tepe

Il sito

La piĂš antica localitĂ  archeologica riconosciuta dagli archeologi di tutto il mondo, GĂśbekli Tepe, “collina panciuta” in turco, risale al Neolitico preceramico A o alla fine del Mesolitico, ossia intorno al 9.600 a.C..

Il sito sorge su una collina artificiale alta circa 15 m e con un diametro di circa 300 m., situata a circa 18 km a nordest dalla cittĂ  di ŞanlÄąurfa, l’antica Edessa, nel sud-est della Turchia presso il confine con la Siria, ma un tempo al nord della Mesopotamia.

Non sappiamo quanto tempo è stato impiegato per costruirlo, sicuramente in piĂš fasi, ma una cosa è certa, ha richiesto l’opera di una societĂ  organizzata, che  inspiegabilmente, non ha lasciato tracce di abitazioni circostanti.

La scoperta

La scoperta di questa meraviglia dell’archeologia è davvero recente. Nel 1963 il gruppo di ricerca turco-statunitense guidato da Peter Benedict notò cumuli di frammenti di selce, chiaro segno di attivitĂ  umana del Neolitico, e grossi lastroni di pietra interrati, ma interpretò il sito come un insediamento dell’etĂ  della pietra al quale si era in seguito sovrapposto un cimitero, prima bizantino e poi islamico.

Trent’anni più tardi, sollecitati dalla scoperta occasionale di pietre dalla strana forma che emergevano dal terreno, i responsabili del museo di Urfa, cittadina turca al confine con la Siria, contattarono la sede di Istanbul dell’Istituto archeologico germanico, attivo con altri scavi nella regione.

Fu cosĂŹ che nel 1994 l’archeologo Klaus Schmidt, dopo un primo sopralluogo a GĂśbekli Tepe, decise di procedere immediatamente agli scavi.

Lentamente, cominciò ad emergere dal terreno un maestoso santuario megalitico, con muri in pietra grezza realizzati a secco e intervallati da massicci pilastri in calcare a forma di T alti 3 metri a delimitare quattro recinti circolari di una quindicina di metri.

Nel mezzo di ciascun recinto, si ergono due pilastri ancora piĂš imponenti, ciascuno dei quali raggiunge i 5 metri di altezza e pesa circa 15 tonnellate.

La datazione al carbonio dei materiali organici rimasti appiccicati ai megaliti dimostrano che il complesso di pietre risale a 12.000 anni fa, e venne deliberatamente abbandonata intorno al 8.000 a.C riempiendo con terra tutto l’insediamento.

Analisi del sito

La collina di GĂśbekli Tepe è risultata essere completamente artificiale, costruita su un altipiano in basalto a blocco unico, levigato fino ad ottenere una piattaforma e uno zoccolo che fa parte del pavimento stesso, cioè scavando e levigando la roccia viva.

Successivamente lo zoccolo fu finemente lavorato con decorazioni e nel pavimento furono inseriti i pilastri enormi a T, incastrandoli nella piattaforma in basalto fino a raggiungere una profonditĂ  di 5 cm.

Questa operazione richiese un preciso calcolo del baricentro dei megaliti per far sĂŹ che megaliti di 8m rimanessero perfettamente in piedi in 5 cm. di piattaforma.

A rendere ancora piĂš straordinaria l’opera megalitica contribuisce il fatto che tutti quegli impressionanti lastroni, posizionati con cura, furono abilmente intagliati e scolpiti con esseri antropomorfi mitici, chimere stilizzate, che non hanno equivalenti, attualmente, sulla Terra, simili a serpenti, tori, volpi ecc. e molti dai disegni veramente inspiegabili.

Interpretazioni del sito

Inizialmente le raffigurazioni di animali hanno permesso di ipotizzare un culto di tipo sciamanico, antecedente ai culti organizzati in pantheon di divinitĂ  delle culture sumera e mesopotamiche.

Ma poco alla volta questa prima teoria lascia il posto a nuove ipotesi, che includono studi multisciplinari.

Simbolismo astronomico

Ancora molto dibattuta è l’interpretazione del vero significato della varietĂ  di animali raffigurati a GĂśbekli Tepe, per alcuni ci troveremmo davanti a veri e propri simboli di antiche costellazioni.

Questa chiave di lettura renderebbe dunque GĂśbekli Tepe un luogo di osservazione astronomica dedicato in modo specifico all’osservazione di comete e sciami meteorici.

Gan Eden terrestre

ll 6 marzo 2006 Der Spiegel riferĂŹ che l’Istituto Max Planck per la ricerca sull’allevamento vegetale di Colonia aveva scoperto che l’antenato geneticamente comune di 68 tipi di cereali contemporanei cresce ancora come una pianta selvatica sulle pendici del monte Karaca (Karaca dağ) la regione montuosa nella parte settentrionale della Mezzaluna fertile. (https://en.wikipedia.org/wiki/Karaca_Da%C4%9F)

Karaca Dağ è anche dove nascevano i 4 fiumi, tra cui il Tigri e l’Eufrate, dove si ipotizza si trovasse il primo Gan Eden.

I risultati suggeriscono fortemente che i pendii di Karaca Dağ fornirono il sito per il primo addomesticamento del “grano Einkorn” circa 9.000 anni fa, una delle prime forme di grano coltivate accanto al Farro, e di molti altri cereali fondamentali per il sostentamento umano. (https://en.wikipedia.org/wiki/Einkorn_wheat)

Singolare un disegno su un pilastro, una serie di otto  serpenti che si intersecano e  sfociano in nove e infine in quella che sembrerebbe essere una pecora (le gambe sono corte per cui non sembrerebbe un cavallo).

Il sito risale minimo a 11.600 anni fa ma la domesticazione della pecora secondo studi recenti inizierebbe 11.000 anni fa. Il processo ha avuto inizio nella Mezzaluna Fertile, ed ebbe un impatto notevole, inducendo una profonda riorganizzazione e crescita delle societĂ  umane. (http://pikaia.eu/la-storia-delle-pecore/?fbclid=IwAR0EIwnsiZjQb8nfDr_AQk-iqbhsLYKpUfT-GwxvlofwgOMr0F3B6_U7mgo)

Si delinea cosĂŹ una trama indissolubile e molto interessante che approfondiremo in altri articoli.

Sappiamo che i miti sono un messaggio codificato comprensibile solo a chi lo produce e all’utente finale che ha la chiave per decriptarlo. Le persone che in mezzo lo trasmettono, non sono consapevoli del suo reale significato.

Secondo lo scopritore del sito Klaus Schmidt questo posto era il sito del mitico giardino dell’Eden.

Nel libro della Genesi il giardino dell’Eden è situato a Ovest dell’Assiria. GĂśbekli Tepe si trova in tale posizione.

Pilastri a T: elementi architettonici o statue antropomorfe

I pilastri possono essere considerati sia elementi architettonici che statue monumentali, anzi sembrerebbero vere e proprie statue antropomorfe, con le braccia la cintura, specialmente il pilastro denominato Pilastro 18.

GÜbekli Tepe è un sito che ha rivoluzionato il nostro modo di guardare la storia umana.

Non sappiamo nulla di piĂš che mere ipotesi, ma una cosa appare certa, ha richiesto l’opera di una societĂ  organizzata, che inspiegabilmente ha deciso di sotterrare tutto sotto metri cubi di terra.

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