Alessandro Demontis, IPOTESI SCIENTIFICHE

Guerre atomiche nel 2024 a.C.

Altro punto focale della teoria di Sitchin, uno dei più osteggiati dai critici, specialmente coloro i quali basano la loro critica sulle ‘bugie in campo scientifico’ di Sitchin, è la guerra atomica che si verificò nel 2024 a.C. Si trattò in effetti di un duplice bombardamento messo in atto da due divinità, Ishum ed Erra (rispettivamente Ninurta e Nergal), ai danni di Marduk e dei suoi seguaci, capeggiati dal figlio Nabu. Le ragioni di questo bombardamento sono da cercare, secondo Sitchin, nella pretesa da parte di Marduk, di avere la supremazia sugli altri dei in quanto secondo il suo conto degli anni il sole sorgeva in quell’epoca (2200 a.C. circa) nella costellazione dell’Ariete, a lui assegnata. La prima pretesa da parte di Marduk avvenne con una sua occupazione a Sumer, ma fu convinto dal suo fratello Nergal ad abbandonare il sacro palazzo che aveva occupato e a ‘esiliarsi’ mentre egli avrebbe sottoposto le sue ragioni al consiglio degli Anunnaki.
Analizzando i testi babilonesi e quelli biblici, in particolare le vicende di Abramo, Sitchin conclude che dopo gli ultimi 24 anni di esilio ad Harran (2048-2024 a.C.) Marduk rientrò in Babilonia e pretese il riconoscimento della sua supremazia, mentre suo figlio Nabu si muoveva su un altro fronte cercando di occupare il Tilmun (la regione sacra degli Anunnaki) con un gruppo di seguaci di origine camita. Fu questo atto, visto come un affronto al consiglio, che fece infuriare Enlil il quale chiese che una volta per tutte Marduk fosse annientato tramite ‘le sette armi del terrore’. Un poema chiamato Erra Epos (Epica di Erra) ci riporta alcuni stralci della riunione del consiglio, durante la quale solo Enki prese le parti di suo figlio. Addirittura anche gli altri fratelli di Marduk, Nergal in primis, presero le parti della fazione enlilita approvando la cacciata di Marduk. Fu Enlil stesso (o in una versione Anu) a donare le sette terribili armi a Ninurta (avversario ‘storico’ di Marduk) e a Nergal (il quale presumibilmente avrebbe guadagnato dall’allontanamento di Marduk la spartizioni di alcuni territori, come provano molti oggetti e luoghi di culto rinvenuti a Kutha e datati a partire da circa il 1950 a.C.) per condurre l’ attacco. Questo attacco avvenne su due fronti. Mentre Ninurta attaccava il Tilmun (la penisola del Sinai) per evitare che Nabu riuscisse a conquistarlo, Nergal attaccò le città dalle quali provenivano i seguaci di Marduk e Nabu. Erano 5 città dislocate nei dintorni del Mar Morto. La deflagrazione delle 7 armi nucleari provocò nel Sinai una istantanea fusione del suolo, producendo quelle pietre nere che ancora popolano a migliaia la penisola, e nel Mar Morto un avvallamento che è ancora osservabile. Il Mar Morto infatti ha una curiosa caratteristica, è ‘suddiviso’ in due zone distinte, una profonda circa 30 metri, e una in cui la profondità arriva a 378 metri. Il Mar Morto si trova a oltre 400 metri sotto il livello del mare ed è il punto più basso della terraferma. Secondo Sitchin l’impatto delle armi nucleari sulla zona terminale della parte meno profonda, ha causato l’ affossamento ed è responsabile anche dell’innaturale aumento della salinità nel mar Morto, che si aggira su una media del 33%, 6 volte più alta della salinità media oceanica. Secondo la analisi di Sitchin in seguito al bombardamento si levò una coltre di fumo e polvere che dalla piana del Sinai si diresse verso Est, colpendo tutta la zona sud della Mesopotamia, l’ Iran la Persia e fino all’attuale Oman. Dal punto di vista scientifico ci sono state misurazioni della radioattività e della composizione salina sia del mar Morto, sia della penisola del Sinai e delle zone circostanti, che hanno confermato un tasso di radioattività leggermente più elevato del normale. In alcune zone più a est, nella zona della valle dell’Indo, ancora oggi esistono località in cui il tasso di radioattività è notevolmente più alto di quanto ci si aspetterebbe. Ma a costituire una conferma della teoria di Sitchin, e del contenuto dell’Erra Epos sugli effetti devastanti della nube radioattiva, è uno studio effettuato sulla quantità di sabbie e polveri depositatesi in quella area geografica. Lo studio è stato portato avanti dallo staff composto da Heidi M. Cullen, P. B. deMenocal, S. Hemming, G. Hemming, F. H. Brown, T. Guilderson, e F. Sirocko; è interessante notare che gli autori dello studio hanno presentato il loro lavoro con il titolo: Climate change and the collapse of the Akkadian Empire: Evidence from the deep-sea (Cambiamenti climatici e il collasso del’ Impero Accadico: una evidenza dal mare profondo). Come Sitchin, anche questi studiosi mettono in relazione i risultati del loro studio alla scomparsa improvvisa dell’impero sumeroaccadico. Ma andiamo a leggere cosa sostiene questo studio, consultabile online.

“Archeological evidence has shown that this complex civilization collapsed abruptly near 4170±150 years ago, perhaps related to a shift to more arid conditions (Weiss et al., 1993). Detailed paleoclimate records to test this assertion from Mesopotamia are rare, but changes in regional aridity are preserved in adjacent ocean basins.”

Traduzione
“L’evidenza archeologica ha dimostrato che questa complessa civiltà crollò bruscamente vicino 4170 ± 150 anni fa, forse in relazione ad un passaggio a condizioni più aridi (Weiss et al., 1993). record paleoclima dettagliate per testare questa affermazione dalla Mesopotamia sono rari, ma i cambiamenti in aridità regionale sono conservate in bacini oceanici adiacenti.”

La premessa è che la civiltà accadica sia terminata a causa di un improvviso e profondo cambiamento climatico verso una aridità e siccità inimmaginabili. Lo studio prosegue con un ‘astratto’ in cui si anticipa il risultato prima di mostrare una serie di dati e grafici:

“Our results document a very abrupt increase in eolian dust and Mesopotamian aridity which is AMS radiocarbon dated to 4025±125 years before present and which persisted for approximately 300 years. Radiogenic (Nd and Sr) isotope analyses confirm that the observed severalfold increase in mineral dust was derived from Mesopotamian source areas.”

Traduzione
“I nostri risultati documentano un aumento molto brusco di polvere eoliano e l’aridità della Mesopotamia che è AMS al radiocarbonio datato al 4025 ± 125 anni prima del presente, e che persisteva per circa 300 anni. Radiogenic (Nd e Sr) isotopo analisi confermano che l’osservato diverse volte maggiore di polvere minerale è stato derivato da aree di origine mesopotamica. “

È importante la datazione fornita dagli studiosi: 4025 anni before present. Contando che lo studio è risalente all’anno 2000, la datazione dell’evento coincide perfettamente con il 2024 a.C. proposto da Sitchin. Ma cosa hanno scoperto esattamente gli studiosi? In cosa è consistito questo improvviso cambio delle condizioni climatiche?

“Core M5-422 (24° 23.40’N, 59° 2.50’E, 2,732 m deep) from the Gulf of Oman documenting an abrupt increase in eolian dolomite and CaCO3 between 4194-3626 cal. Yr BP.”

Traduzione
Nel Golfo di Oman, in un periodo tra 4194 e 3626 anni prima dello studio, ci fu un elevato aumento di polveri e di calcare trasportati dal vento.

The eNd and 87/86Sr values for the abrupt increase in eolian dolomite and calcite near 4025±150 cal. Yr BP indicate that these samples contain increased (by 30%) proportions terrigenous sediments derived from Mesopotamian sources.”

Qui la datazione è più precisa, ed è quella che più si confà alla teoria di Sitchin. Inoltre questo punto conferma che le nubi di povere che invasero l’attuale Oman proveniva da nordovest, dalla zona mesopotamica. La figura presente nell’articolo che riporta lo studio fa partire la nube dalla Mesopotamia, mentre Sitchin sostiene che essa partì dal Sinai coinvolgendo la Mesopotamia, alzandone le polveri e trasportandole verso l’Arabia, l’Oman, l’Iran e la Persia fino alla valle dell’Indo.Lo studio ci dà anche un’idea della consistenza della nube, infatti mostrando un grafico dei depositi di polveri e sabbie nel periodo che va tra 6000 e 2000 anni prima dello studio, dichiara:

“The positions of the AMS radiocarbon age control values are indicated. Note the abrupt  increase in eolian dolomite and calcite concentrations commencing near 4025±150 cal. Yr BP and ending near 3626 cal. Yr BP. The calculated influx of solely eolian dolomite increased from background values of 0.39-043 g/cm2/ka to a weighted average value of 0.97 g/cm2/ka during the dust peak between 4025-3626 cal. Yr BP”

Traduzione
“Le posizioni dei valori di controllo dell’età AMS radiocarbonio sono indicati. Si noti il brusco aumento delle concentrazioni di dolomite e calcite eolie che inizia nei pressi di 4025 ± 150 cal. Yr BP e termina nei pressi di 3626 cal. Yr BP. L’afflusso calcolato di dolomite esclusivamente eoliana è passato da valori di fondo di 0,39-043 g / cm2 / ka ad un valore medio ponderato di 0,97 g / cm2 / ka durante il picco della polvere tra i 4.025-3.626 cal. Yr BP “.

In sostanza mentre in tutti gli altri periodi le quantità depositate si aggiravano intorno ai 0.39-043 g/cm2, durante il periodo preso in esame a partire dal 2024 a.C. circa le quantità depositate si aggiravano intorno ai 0.97 g/cm2, cioè più del doppio. I dati sono mostrati nel grafico qui sotto.

Secondo Sitchin la nube radioattiva passò sopra il Golfo Persico, sopra la foce dei due fiumi Tigri ed Eufrate, in alto fino a Nippur (Nibru-ki). Questa fu la città che soffrì di meno mentre la più colpita fu Eridu, assieme a Isin, Ur e Uruk. Babilonia si trova leggermente più a nord. Nello spazio di poche centinaia di km più su di Ur la nube aveva perso consistenza. Sitchin offre anche una mappa del tragitto ipotetico di questa nube:

Articolo di Alessandro Demontis

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