Alessandro Demontis

Il lamento per Ur

Il testo denominato Lamento per Ur, trattato da Thorkild Jacobsen descrive la distruzione della città cara a Nanna e sua moglie Ningal. Nel testo ci sono lunghi estratti in cui è Ningal stessa a raccontare le sue preghiere a Enlil e Anu perché la città venisse risparmiata, la distruzione stessa, le invasioni conseguenti (o precedenti), e la conclusione di questa vicenda, una conclusione che come vedremo è particolare. Il testo inizia con una lunghissima serie di versi che descrive tutti gli dei che abbandonano i propri templi e salgono al cielo. Leggiamone un estratto:

The lord of all the lands has abandoned it and has let the breezes haunt his sheepfold. Enlil has abandoned the shrine Nibru and has let the breezes haunt his sheepfold. His wife Ninlil has abandoned it and has let the breezes haunt her sheepfold. Ninlil has abandoned that house, the Ki-ur, and has let the breezes haunt her sheepfold. The queen of Kec has abandoned it and has let the breezes haunt her sheepfold. Ninmah has abandoned that house Kec and has let the breezes haunt her sheepfold.

Traduzione
Il signore di tutte le terre ha abbandonato e ha lasciato la brezza perseguitano suo ovile. Enlil ha abbandonato il santuario Nibiru e ha lasciato la brezza perseguitano suo ovile. Sua moglie Ninlil ha abbandonato e ha lasciato la brezza tormentarla ovile. Ninlil che ha abbandonato casa, il Ki-ur, e ha lasciato la brezza tormentarla ovile. La regina di Kec ha abbandonato e ha lasciato la brezza tormentarla ovile. Ninmah ha abbandonato quella casa Kec e ha lasciare che la brezza tormentarla ovile.

Il testo procede così per i primi 30 versi, per poi iniziare a narrare le emozioni e i fatti della distruzione:

Your lament is bitter, O city, the lament made for you. In his destroyed Urim its lament is bitter. How long will your bitter lament grieve your lord who weeps? How long will your bitter lament grieve Nanna who weeps?

Traduzione
Il tuo lamento è amaro, città di O, il lamento che fa per voi. Nella sua distrutto Urim suo lamento è amaro. Quanto durerà il tuo lamento amaro affliggere il vostro signore che piange? Come sarà il vostro tempo amaro lamento affligge Nanna che piange?

La stessa formula procede per i vari altri templi per altri 40 versi circa, e poi abbiamo il primo passaggio in cui Ningal e Nanna pregano per la salvezza della città:

Together with Nanna whose Land had perished, Urim joined the lament. The good woman, to disquiet the lord concerning his city, Ningal, to give him no rest concerning his Land, approached him for the sake of his city — bitterly she weeps. She approached the lord for the sake of his house — bitterly she weeps. She approached him for the sake of his devastated city — bitterly she weeps.

Traduzione
Insieme a Nanna i cui terreni erano morti, Urim aderito al lamento. Il bene donna, inquietudini Signore riguardo la sua città, Ningal, per dargli riposo riguardo alla sua Terra, gli si avvicinò per il bene della sua città – amaramente piange. Si avvicinò al Signore il bene della sua casa – amaramente piange. Lei gli si avvicinò per il bene della sua devastata città – amaramente piange.

Ed ecco arrivare la prima descrizione degli effetti della ‘tempesta’:

“The storm that came to be — its lamentation hangs heavy on me. Raging about because of the storm, I am the woman for whom the storm came to be. The storm that came to be — its lamentation hangs heavy on me. The bitter storm having come to be for me during the day, I trembled on account of that day but I did not flee before the day’s violence. Because of this debilitating storm I could not see a good day for my rule, not one good day for my rule.”
[…]
Because the hand of the storm appeared above, I screamed and cried to it “Return, O
storm, to the plain”. The storm’s breast did not rise.”
[…]
“To me, the woman, in the Agrun-kug, my house of queenship, they did not grant a reign of distant days. Indeed they established weeping and lamentation for me. As for the house which used to be where the spirit of the black-headed people was soothed, instead of its festivals wrath and terror indeed multiply.”

Traduzione
“La tempesta che è venuto per essere – il suo lamento pende pesante su di me Raging su perché. della tempesta, io sono la donna per cui la tempesta è venuto essere. La tempesta che è venuto per essere – la sua lamento pende pesante su di me. La tempesta amaro essendo venuto ad essere per me durante il giorno, ho Tremavo a causa di quel giorno, ma non ho fatto fuggire prima che la violenza del giorno. A causa di ciò debilitante tempesta non ho potuto vedere una buona giornata per la mia regola, non un buon giorno per la mia regola “.
[…]
Perché la mano della tempesta apparve sopra, ho urlato e pianto ad essa “Torna, o
tempesta, alla pianura “. seno della tempesta non ha salire.”
[…]
“Per me, la donna, nel Agrun-kug, casa di Queenship mia, hanno fatto non concede un regno giorni di distanza. Infatti hanno stabilito pianto e lamento per me. Come per la casa che ha usato per essere dove lo spirito del popolo dalla testa nera è stato placato, invece del suo festival ira e terrore anzi si moltiplicano”.

Il testo recita esattamente: “Loro non hanno garantito un regno durevole”. Chi sono ‘Loro’? Lo scopriamo qualche verso più avanti:

“Truly I shed my tears before An. Truly I myself made supplication to Enlil. “Let not my city be destroyed,” I implored them. “Let not Urim be destroyed,” I implored them. “Let not its people perish,” I implored them. But An did not change that word. Enlil did not soothe my heart with an “It is good — so be it”.”

Traduzione
“In verità ho versato le mie lacrime prima di An. In verità mi sono fatto la supplica di Enlil.” Non lasciare il mio città distrutta, “li imploro.” Non Lasciate Urim essere distrutto”, in loro implorare.” Non lasciare la sua popolo perisce”, li implorai. Ma An non ha cambiato quella parola. Enlil non a lenire la mia cuore con una “È bene – così sia”.”

Ningal dunque era andata a piangere e supplicare Enlil e Anu, per chiedergli che la città sua e di Nanna fosse risparmiata, ma nemmeno Enlil può fare nulla. Il testo sottolinea questo punto per ben due volte: Enlil non mi rincuorò dicendo “È giusto, così sia!” La seconda volta addirittura Ningal affrontò piangente il consiglio degli Anunnaki, che ci viene descritto ‘raccolto nel luogo principale per le decisioni’:

“A second time, when the council had settled itself in the pre-eminent place, and the Anuna had seated themselves to ratify decisions, I prostrated (?) myself and stretched out my arms. Truly I shed my tears before An.”

Traduzione
“Una seconda volta, quando il Consiglio stesso si era stabilito nel posto preminente, e il Anuna si erano seduti a ratificare decisioni, mi prostro (?) Io e il mio stese braccia. In verità ho versato le mie lacrime prima di An.”

I versi successivi sono stati a mio avviso fraintesi nella traduzione. L’originale sumero è:

uru2-gu10 gul-gul-lu-ba a2-bi he2-em-ma-an-ag2-esh
urim2ki gul-gul-lu-ba a2-bi he2-em-ma-an-ag2-esh
ug3-bi ug5-ge-de3 na-ag2-bi ha-ba-an-tar-re-esh

tradotto con:
“They gave instructions that my city should be utterly destroyed. They gave instructions that Urim should be utterly destroyed. They decreed its destiny that its people should be killed”

“Hanno dato le istruzioni che la mia città dovrebbe essere completamente distrutta. Hanno dato istruzioni che Urim dovrebbe essere completamente distrutti. Essi degradano il suo destino che il suo popolo devono essere uccisi”

Ma analizzando i termini niente lascia trasparire una ‘volontarietà’. Piuttosto una attestazione di qualcosa di deciso dal fato (TAR). E ciò spiegherebbe anche perché Enlil non abbia potuto impedire la distruzione. Ora, è bene soffermarsi a pensare per un secondo e chiedersi: se la distruzione è dovuta a invasioni, se è un atto deliberato deciso dagli dei come ci si vuole far credere, perché tutti gli dei abbandonano il loro templi? Evidentemente c’è qualcosa che non va. Perchè Ningal e Nanna, due dei esattamente come Enlil e Anu, non possono impedire la distruzione? Se si trattasse di un atto deciso dagli dei, e perpetrato dagli uomini, perché questi due dei non potrebbero fare qualcosa per impedirla? Ma andiamo avanti. Anche i versi successivi, tradotti nell’ ottica di un testo in cui le decisioni sono degli dei, attribuiscono a Enlil la distruzione attraverso la ‘tempesta maligna’:

Enlil called the storm — the people groan. He brought the storm of abundance away from the Land — the people groan. He brought the good storm away from Sumer — the people groan. He issued directions to the evil storm — the people groan. He entrusted it to Kin-galuda, the keeper of the storm. He called upon the storm that annihilates the Land — the people groan. He called upon the evil gales — the people groan.

Traduzione
Enlil chiamato la tempesta – il popolo geme. Ha portato la tempesta di abbondanza lontano da Terra – il popolo geme. Ha portato la tempesta buona lontano da Sumer – le persone gemito. Ha pubblicato le indicazioni per la tempesta del male – il popolo geme. Ha affidato a Kin-galuda, Il portiere di tempesta. Ha invitato la tempesta che annienta la Terra – la gente gemito. Ha invitato le tempeste male – il popolo geme.

Il cui sumero é:

den-lil2-le ud-de3 gu3 ba-an-de2 ug3-e she am3-sha4
ud he2-gal2-la kalam-da ba-da-an-kar ug3-e she am3-sha4
ud dug3 ki-en-gi-da ba-da-an-kar ug3-e she am3-sha4
ud hul-gal2-e a2 ba-da-an-ag2 ug3-e she am3-sha4
kin-gal-ud-da ud-da gub-ba shu-na im-ma-an-shum2
ud kalam til-til-e gu3 ba-an-de2 ug3-e she am3-sha4
im-hul-im-hul-e gu3 ba-an-de2 ug3-e she am3-sha4

Anche qui non c’è niente che fa pensare che questi atti siano deliberati e che sia Enlil a compierli. La frase iniziale: den-lil2-le ud-de3 gu3 ba-an-de2 ug3-e she am3-sha4 tradotta con ‘Enlil chiamò la tempesta – la gente si lamentava‘ contiene il costrutto GU3 […] DE2 che ha il significato sia di ‘parlare‘ sia di ‘chiamare‘ o ‘nominare‘. E nei versi successivi nulla lega gli atti a Enli, anzi, l’utilizzo del UD inziale, qui tradotto come ‘tempesta’, sembra il classico ‘nel giorno in cui‘ o ‘quando‘ presente in tantissimi testi sumeri, come per esempio nel ‘Enki e Ninmah’ che inizia con: “ud re-a-ta ud an ki-bi-ta ba-an-[dim2-ma-ba]” tradotto in: ‘In those days, in the days when heaven and earth were created’. ‘In quei giorni, nei giorni in cui sono stati creati cielo e la terra‘.
Andiamo avanti: troviamo una descrizione di come la ‘tempesta’ agisca:

The evil wind, like a rushing torrent, cannot be restrained. The weapons in the city smash heads and consume indiscriminately. The storm whirled gloom around the base of the horizon — the people groan. In front of the storm, heat blazes — the people groan. A fiery glow burns with the raging storm.

Traduzione
Il vento del male, come un torrente impetuoso, non può essere trattenuto. Le armi nel grande città teste e consumano indiscriminatamente. La tempesta si girò di scatto oscurità intorno alla base dell’orizzonte – Il popolo geme. Di fronte alla tempesta, fiammate di calore – il popolo geme. Un fuoco brucia bagliore con la tempesta infuria.

Dunque un ‘vento malvagio’ (the evil wind) che non può essere contenuto, che porta con se un gran calore (heat blazes) e un bagliore infuocato (a fiery glow). Il testo ci descrive poi che questo ‘vento’ copre il sole e non lo fa risplendere, e che di notte, con l’ abbassarsi della temperatura, i venti insorgono ancora più forti:

After the haze had lifted at noon, he made fires blaze. He locked up the day and the rising of the bright sun together with the good storm. In the Land he did not let the bright sun rise; it shone like the evening star. In the delightful night, the time when coolness sets in, he redoubled the south wind.

Traduzione
Dopo che la foschia si era alzato a mezzogiorno, ha fatto i fuochi ardono. Ha chiuso la giornata e il sorgere del sole luminoso insieme con il bene tempesta. In Terra non lasciò il sorgere del sole luminoso; esso brillava come la stella della sera. Nel delizioso di notte, il momento in cui freddezza nel set, il raddoppiò il vento del sud.

Nei versi successivi si legge che

“le roventi rovine ceramiche danno al suolo un’ apparenza abbagliante – il vento spazzò le genti dalla testa nera (i sumeri) – divorò la terra completamente – il vento che avvelena ridusse la terra al silenzio – la tempesta nata per bruciare lo fece sul popolo della testa nera – la tempesta che fa scomparire ogni cosa spazzò la città – la tempesta si stese sulla città come un vestito”.

Niente di tutto questo è imputabile a una invasione di elamiti o altri popoli. Dal punto linguistico bisogna notare che la traduzione effettuata è a dir poco interpretativa e non del tutto fedele, basti pensare che il versetto 196: ud gig er2-re nam nu-tar-re viene tradotto con: ‘Le lacrime non influenzano la tempesta malvagia‘ mentre i significati dei singoli termini sono: UD giorno/tempesta + GIG malato/far ammalare/ammalarsi + ER lacrima NAM-NU-TAR = decisione/destino con il NU che indicherebbe una ‘negazione’. Questi termini supportano l’interpretazione data, ma non la rendono ovviamente univoca. La nube poi finalmente passa, lo possiamo leggere nei versi successivi:

Then the storm was removed from the city, that city reduced to ruin mounds. It was removed from Father Nanna’s city reduced to ruin mounds — the people groan. Then, the storm was taken from the Land — the people groan.

Traduzione
Poi la tempesta è stato rimosso dalla città, quella città ridotta a rovinare tumuli. Era rimosso dalla città di Padre Nana ridotto a rovinare monticelli – il popolo geme. Quando, la tempesta è stata presa dalla Terra – il popolo geme.

E gli effetti son stati devastanti: corpi ammassati per la strada, rovine incandescenti, brecce nei muri… e corpi che si sciolgono come ‘grasso lasciato al sole’:

Breaches had been made in its walls — the people groan. On its lofty city-gates where walks had been taken, corpses were piled. On its boulevards where festivals had been held, heads lay scattered (?). In all its streets where walks had been taken, corpses were piled. In its places where the dances of the Land had taken place, people were stacked in heaps. They made the blood of the Land flow down the wadis like copper or tin. Its corpses, like fat left in the sun, melted away of themselves.

Traduzione
Le violazioni erano state fatte nelle sue pareti – il popolo geme. Sulle sue alte città cancelli dove passeggiate erano state prese, cadaveri sono stati ammucchiati. Sulle sue viali in cui si sono tenute le feste, teste erano sparsi(?). In tutte le sue strade dove passeggiate era stata presa, i cadaveri erano ammucchiati. Nel suo luoghi in cui le danze della Terra avevano avuto luogo, le persone erano accatastati in cumuli. Loro fecero il sangue della Terra flusso verso il basso i wadi come il rame o stagno. I suoi corpi, come il grasso lasciati al sole, squagliata di se stessi.

È qui che si ha l’invasione di cui parlano gli studiosi, un popolo armato di asce:

The heads of its men slain by the axe were not covered with a cloth. Like a gazelle caught in a trap, their mouths bit the dust. Men struck down by the spear were not bound with bandages. As if in the place where their mothers had laboured, they lay in their own blood. Its  men who were finished off by the battle-mace were not bandaged with new(?) cloth.

Traduzione
Le teste dei suoi uomini uccisi dalla scure non sono stati coperti con un panno. Come una gazzella catturato in una trappola, le loro bocche po ‘la polvere. Uomini colpito dalla lancia, non erano legati con bende. Come se nel luogo in cui le loro madri ha lavorato, giacevano nel loro stesso sangue. Suo uomini che sono stati finito fuori dalla battaglia-mazza non erano fasciate con nuovo tessuto(?).

Assistiamo alla classica razzia che segue le distruzioni, un popolo che (forse su ordine di qualcuno?) approfitta della distruzione appena vista per invadere. Ciò che segue, tra gli scampati, è il caos: ‘Coloro che cercarono di fuggire furono raggiunti dalla tempesta – madre e padre che non abbandonarono la loro casa furono consumati dal fuoco‘.Gli elamiti mettono poi a ferro e fuoco i palazzi, devastando ciò che rimane, il testo ci propone la lamentela di Ningal, e siamo ancora portati a chiederci come una dea non possa contrastare queste sommosse:

The good house of the lofty untouchable mountain, E-kic-nu-jal, was entirely devoured by large axes. The people of Cimacki and Elam, the destroyers, counted its worth as only thirty shekels. They broke up the good house with pickaxes. They reduced the city to ruin mounds. Its queen cried, “Alas, my city”, cried, “Alas, my house”. Ningal cried, “Alas, my city,”

Traduzione
La buona casa della montagna intoccabile alto, E-CCI-nu-JAL, è stato interamente divorato dal grandi assi. La gente di Cimacki e Elam, i distruttori, contate il suo valore come solo trenta shekel. Hanno rotto il buon casa con picconi. Hanno ridotto la città in rovina tumuli. Suo Regina gridò: “Ahimè, la mia città”, gridò: “Ahimè, la mia casa”. Ningal gridò: “Ahimè, la mia città,”

La parte finale del testo, lunghissima, contiene le rimostranze dei ‘sudditi’ di Ningal e Nanna, che si rivolgono a lei chiedendo in sostanza “che fine hai fatto? Tu che amavi la tua città, perché sei andata via?”:

Mother Ningal, you confronted your city like an enemy. Although you are a queen who loves her city, you abandoned your sheepfold. Although you are one who cares for her Land, you set it on fire. […]
May Enlil, king of all the lands, decree your fate. May he restore your city for you — exercise its queenship! May he restore Nibru for you — exercise its queenship! May he restore Urim for you — exercise its queenship! May he restore Isin for you — exercise its queenship!

Traduzione
Madre Ningal, si confrontano la vostra città come un nemico. Anche se sei una regina che ama la sua città, hai abbandonato il tuo ovile. Anche se sei uno che si preoccupa per la sua terra, si imposta il fuoco. […]
Maggio Enlil, re di tutte le terre, decreto tuo destino. Possa egli ripristinare la tua città per te – esercita la sua regalità! Possa egli ripristino Nibiru per voi – esercita la sua regalità! Possa egli ripristino Urim per voi – esercita la sua regalità! Possa egli ripristino Isin per voi – esercita la sua regalità!

Ci si augura nel testo che ‘Enlil possa restaurare la città’ e Ningal si giustifica ricordando come a lei sia stato tolto ogni potere prima della distruzione:

“My powers have been alienated from me.”

Traduzione
“I miei poteri sono stati alienati da me.”

I versi successivi sono una sorta di ‘riconciliazione’ tra il popolo e Nanna, il dio della città, auspicandosi che una volta ricostruita, la città non sia più distrutta e che ‘i suoi abitanti siano puri di fronte a te’. Penso sia possibile, in seguito ai vari indizi finora visti, e alla luce di queste ultime parti, asserire che la ‘distruzione’ è da legare a una punizione decisa contro gli abitanti della città, o almeno contro una parte di essi. Perchè? Se la teoria di Zecharia Sitchin è esatta, il motivo è il fatto che Marduk e Nabu stavano facendo proseliti anche a Ur, e la ‘tempesta’ (che, ricordiamo, porta un ‘vento malvagio’ che brucia, distrugge, e avvelena) è il risultato della nube tossica liberata dalle ‘armi del terrore – i sette gurrieri senza rivali’ nominati nell’ Epica di Erra.

Articolo di Alessandro Demontis

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