Alessandro Demontis, RELIGIONI

Il termine Nephilim nella Genesi

Discutiamo qui il significato del controverso termine NEFILIM, utilizzato nella bibbia per descrivere i figli generati dagli angeli caduti in seguito, secondo gli esegeti, alla loro decisione di scendere sulla terra e accoppiarsi con le figlie degli uomini.

Ancora una volta prenderò in esame il punto di vista ortodosso, e quello di Zecharia Sitchin, il quale identifica i Nefilim come i figli di un gruppo di Anunnaki (gli Igigi), che al seguito di Marduk decisero di sposarsi con le donne terrestri. Marduk infatti si era sposato con Sarpanit, la figlia di un sacerdote terrestre.

I Nefilim secondo la visione ortodossa

L’appellattivo Nefilim (o Nephilim) in ebraico םילפ נּה viene generalmente tradotto con ‘giganti’ Si parla di loro in vari passi della bibbia, ma il più famoso è certamente Genesi 6:4.

C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo –quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi<

Da chi erano generati i Nefilim? Da dove provenivano? In realtà sembra che ci fossero varie stirpi di Nefilim. Per esempio in Numeri 13:22-24 si racconta che alcuni emissari di Mosè esplorarono le terre di Ebron e della valle di Escol (l’attuale Cisgiordania) e in Numeri 13:33 raccontano a Mosè:

vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti,di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e cosĂŹ dovevamo sembrare a loro

Il profeta Baruc in 3:24-26 esalta le lodi del dio di Israele dicendo:

Israele, quanto è grande la casa di Dio, quanto è vasto il luogo del suo dominio! È grande e non ha fine, è alto e non ha misura! Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella guerra

Si tratta dunque di individui in carne ed ossa che abitavano la terra, non di divinità come in genere vengono considerate nell’ebraismo e nel cristianesimo. Il punto di vista della tradizione biblica è riportato in Wikipedia:

“L’origine dei Nephilim comincia con una storia di angeli caduti. Shemhazai, un angelo di alto rango, comanda una setta ribelle di angeli in una discesa sulla Terra per istruire gli umani nella conoscenza del bene. La tutela viene portata avanti per pochi secoli, ma presto gli angeli cominciano a sedurre le femmine umane. Dopo essersi intrattenuti piacevolmente con loro, gli angeli caduti istruirono le donne nella magia e nello spergiuro, si accoppiarono con loro, e diedero luogo ad una progenie ibrida: i Nephilim.”

Dunque i Nefilim non sarebbero gli angeli scesi dal cielo e accoppiatisi con le donne, ma i loro figli.

Secondo il Libro di Enoch, i padri dei Nefilim erano un gruppo di angeli chiamati ‘Guardiani’ o ‘Sorveglianti’. I loro figli, i Nefilim appunto, vennero considerati corrotti in quanto stirpe ibrida generata da angeli e umani. Alcuni commentatori si spingono fino ad asserire che in realtà la Torah parla di questi giganti come per giustificare una certa tolleranza nei confronti delle divinità pre-ebraiche delle culture precedenti, nella fase di passaggio dal politeismo all’enoteismo e successivamente al monoteismo.

La chiesa Ortodossa Etiope invece sostiene che i Benei Elohim, i figli di Dio (padri dei Nefilim) fossero invece personaggi storici particolarmente importanti, divinizzati successivamente. In questa maniera il riferimento ‘alla grande statura’ dei loro figli, diventa una metafora della loro ‘grande valenza’ o ‘grande fama’, metafora suggerita dalla frase finale di Genesi 6:4 “sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”.

I Nefilim nella interpretazione di Sitchin

Secondo Zecharia Sitchin, come detto, i Nefilim sono un gruppo di Anunnaki chiamati Igigi. Gli Igigi erano, secondo Sitchin, 300 dei Anunnaki che erano stanziati ‘nel cielo’. Questa asserzione si basa su un paragrafo dell’Epica della Creazione babilonese:

Then Marduk, as king, divided the gods: one host below and another above,three hundred above for the watchers of heaven

Questo passaggio permette un parallelo con la tradizione del Libro di Enoch che chiama i figli di dio ‘Guardiani’ (Watchers). Tra l’ altro Sitchin fa notare che il termine IGIGI è un termine accadico che deriva dalla radice IGI che significa ‘vedere – guardare – osservare’. L’identificazione dei Nefilim però non è da considerarsi certa. Se è vero che il termine Nefilim nelle bibbie moderne viene tradotto con ‘Giganti’, leggendo Genesi 6:4 non si può fare una identificazione corretta né asserire precisamente se questo termine sia riferito agli esseri nati dai figli di dio e le figlie degli uomini, o agli stessi figli di dio. Analizziamo i versi in profondità:

C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo –quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi

La frase ‘sono questi gli eroi dell’antichità’, riferita ai ‘Giganti / Nefilim’, può riferirsi sia ai figli partoriti, che ai figli di dio. Questo concetto è importante per esaminare il fatto che questi angeli figli di Dio vengono chiamati ‘angeli caduti’. Consideriamo l’ipotesi che il termine Nefilim sia indicativo dei figli degli angeli e delle donne umane: perché questi esseri sarebbero ‘caduti’? Che colpa potevano avere loro? Se invece consideriamo il termine Nefilim attribuito ai figli di Dio, allora anche la traduzione ortodossa di ‘angeli caduti’ ha un senso perché indica una ‘caduta nel peccato’ da parte degli angeli. Il termine Nefilim, in fin dei conti, viene tradotto dall’ebraico in CADUTI. Sembra quindi obbligatorio riferirlo ai figli di Dio, non alla loro progenie. Seguendo l’idea di Zecharia Sitchin, invece, il termine Nefilim significa ‘coloro che sono SCESI’ dal cielo per accoppiarsi con le donne terrestri. Anche in questo caso quindi Nefilim non riguarda la progenie, ma i genitori.

L’analisi linguistica

Contro l’ipotesi di Sitchin si sono levati principalmente due autori, IanLawton e Michael Heiser. La loro critica è essenzialmente questa: il termine che Sitchin traduce come SCESI in realtà significa CADUTI. Entrambi fanno notare che Sitchin avrebbe esteso e modificato questo significato per far si che supportasse le sue teorie. Leggiamo cosa dice Ian Lawton:

It is in fact Sitchin’s interpretation of the words Nefilim and Anunnaki which appear to provide most support for this assertion. We have already noted his argument that the Hebrew word has the Semitic derivative ‘nafal’ or ‘nfl’ which he suggests means ‘to fall, come down, descend’ – although,after quoting supposed backing from the 19th century Jewish biblical commentator Malbim, he exaggerates this somewhat in his books into ‘those who were cast down upon Earth’, and ‘those who have come down, from the Heavens to Earth’.

Leggiamo ora l’obiezione di Michael Heiser:

Sitchin leans on the “fallen” explanation noted above since he wants the word nephilim to mean “fallen” (i.e., “came from”) heaven – since that serves his idea that the nephilim are aliens. It is also for this reason that he says (against all evidence, textual and historical) that the sons of God ARE the nephilim. Sadly, many Christian interpreters who try to address Sitchin commit the same blunder. Sitchin ultimately offers three meanings for nephilim:

“those came down from above”

“those who were cast down”

“people of the fiery rockets”

Simply stated, these options are far from the mark. The last one in particular is completely bogus and self-serving.

First, the Hebrew verb that usually is used for “to come down” (meaning “direction as in a journey”) is yarad – dry, not naphal. Obviously the Hebrew consonants are completely different than that found in nephilim. The verb naphal does not mean cast down UNLESS it occurs in the Hiphil stem.

In sostanza Lawton sostiene che Sitchin abbia trasformato il significato di ‘cadere – caduti’ in un atto volontario ‘scendere’ e lo metta in relazione a una discesa volontaria dal cielo alla terra. Heiser invece sostiene che il termine per indicare SCENDERE (lui riporta: indicando direzione come per esempio in un viaggio) sarebbe YARAD e non NAPHAL.

A questo punto non posso esimermi dal far notare che, mentre Ian Lawton è uno studioso autodidatta (come me e come lo stesso Sitchin), Heiser vanta ben 2 PhD in lingue e letterature mediorientali, titoli di cui spesso fa sfoggio per asserire che le traduzioni di Sitchin sono errate.

Ma è veramente Sitchin a sbagliare? Per indagare in maniera obiettiva non ci si può esimere dall’andare a consultare un dizionario ebraico, riponendo fiducia nel fatto che chi ha compilato il dizionario abbia una preparazione adeguata, paragonabile quindi con i titoli di cui Heiser fa fregio e sui quali conta a suo supporto. La mia scelta è ricaduta sul ‘Milon English Hebrew English dictionary’, che si presenta come: “Milon is the leading free online translation solution available with over 1 milion words and phrases”

Sul dizionario di ebraico facciamo 3 semplici prove: inseriamo i termini DESCENDED (scesi), FALLEN (caduti) e FALLEN ANGEL (angeli caduti – il termine utilizzato nelle traduzioni usualmente presenti nelle bibbie moderne).

DESCENDED = DISCESI = םלוע

FALLEN = CADUTI = הליפ

FALLEN ANGEL = ANGELI CADUTI = םלוע

Confrontiamo l’ebraico per ‘descended’ e ‘fallen angel’: tra i tanti modi di scrivere per ogni parola ne troviamo due esattamente uguali, in ebraico composti da NUN, AYIN, LAMED, MEM. Indubbiamente, essendoci tanti altri modi di scrivere i termini, molto dipende dalle vocalizzazioni utilizzate nell’ebraico. Questa semplice analisi però mostra che la radice NAFAL e il suo derivato NEFILIM possono essere utilizzati compatibilmente con il significato di SCESI/DISCESI, cioè un atto volontario come sostenuto da Sitchin.

Articolo di Alessandro Demontis

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