Alessandro Demontis, Il fenomeno Nibiru

Impatto delle teorie e il fenomeno Nibiru

Nella seconda metà degli anni 70 la pubblicazione del ‘Dodicesimo pianeta’ ha largamente sconvolto il panorama della letteratura misterica. Ma è stato solo parecchi anni dopo che la teoria di Sitchin ha avuto la diffusione che merita, ed ha esercitato appieno la sua influenza. Ora i libri di Sitchin hanno una buona diffusione, negli ultimi anni il suo nome è salito alla ribalta, ma fino a circa il 2000 era, nell’ambiente editoriale dei misteri, e per il grande pubblico appassionato a questo filone, un emerito sconosciuto. Nessuno dei suoi lavori è stato citato da ben più rinomati ‘esperti’ di piramidi, di Stonehenge, e altri luoghi misteriosi, fatta eccezione per poche brevi menzioni da parte di Erich Von Daeniken nei suoi libri. Perché? Semplice, perché la teoria di Sitchin spiega tutto, abbraccia tutti i grandi misteri, li correla, e offre una spiegazione basata su testimonianze letterarie e scoperte scientifiche. Svela il mistero. E quando il mistero è svelato non c’è più molto da aggiungere. Per questo Sitchin è sempre stato ritenuto scomodo, tanto che sembra quasi che i ‘grandi autori’ come Hancock, Kolosimo, Bauval, Cotterel e altri, abbiano fatto a gara per evitare di fare il suo nome e diffondere il suo lavoro.
Tutto ciò è cambiato dall’anno 2000 quando Alan Alford per la prima volta ha divulgato le teorie di Sitchin nel suo libro “Il mistero della genesi delle antiche civiltà”, che, per sua stessa ammissione, era un lavoro di analisi della teoria di Sitchin. Un po’ come questo mio lavoro. È solo da quel momento che la teoria sitchiniana ha avuto la diffusione che meritava, e da quel momento la storia della letteratura ‘misterica’ è completamente cambiata. Al giorno d’oggi termini come ‘Nibiru’ o ‘Anunnaki’ o nomi come ‘Marduk – Enki – Inanna’ sono usati, strausati e addirittura abusati. Le teorie di Sitchin hanno ispirato colossal cinematografici quali ‘Stargate’ e ‘10000 B.C.’, hanno fatto rinascere negli ultimi anni l’ interesse per la cultura mediorientale, hanno dato la spinta per nuovi movimenti religiosi, alcuni di stampo pagano e altri più new age. È innegabile che il ‘fenomeno Nibiru’ abbia sconvolto notevolmente l’ ambiente mediatico, specialmente negli ultimi 15 anni, un periodo durante il quale molte scoperte astronomiche e molte invenzioni tecnologiche sembrano voler involontariamente fornire una base di veridicità al contenuto dei libri dell’autore.Facciamoci caso, è negli ultimi anni che stiamo diventando familiari con il concetto di ‘pianeti transnettuniani’ (dal 2000 ne son stati catalogati a centinaia); è negli ultimi anni che le esplorazioni del sistema solare hanno scoperto la presenza di acqua su Marte, su alcuni pianeti esterni e da poco anche sulla Luna. E’ in questi ultimi anni che è stato scoperto il primo pianeta che orbita intorno al suo sole in senso retrogrado, caratteristica associata da Sitchin a Nibiru. In questi stessi ultimi anni si è scoperto come ottenere propulsione dall’acqua. Ma se questi sono tutti progressi scientifici che rispecchiano altrettanti punti riscontrabili sui libri di Sitchin, parimenti va riconosciuta la spinta contraria, quella che i libri di Sitchin hanno dato alle comunità scientifiche e religiose. In questi anni è nato il bizzarro (passatemi l’eufemismo) ‘Nibiruan Council’, un gruppo di ricerca metafisica che sostiene di essere in ‘collegamento canalizzato’ (!) con gli Anunnaki; in questi anni si è sviluppata la ricerca della base della paganità oltre il fenomeno del celtismo e del druidismo, per approdare alla prima, vera, paganità: quella mediorientale. In questi ultimi anni alcuni esegeti islamici hanno riconosciuto l’origine babilonese, se non sumera, della loro religione. Come è possibile? L’Islam nasce nel VI secolo d.C., la storia babilonese cessa nel II a.C.; eppure la religione babilonese devota al dio Sin (ultimo periodo di Babilonia in cui Sin e Marduk erano entrambi venerati) è sopravvissuta al cristianesimo, dormiente fino a quando un profeta dichiarò che il proprio ‘dio’ gli avesse parlato, dicendogli di fuggire in una delle sei città costruite dal figlio del suo ultimo sovrano (Nabunaid) per ristabilire il proprio culto. Si tratta di quella città che noi chiamiamo Medina. In questi ultimi anni è nata la comunità acquariana, devota al culto (seppur modernizzato) del dio Enki; in questi anni il cinema, la letteratura fantascientifica, e perfino quella religiosa, stanno sdoganando l’ idea del ‘dio extraterrestre’, un concetto che non aveva senso fino all’uscita di quello ‘Stargate’ che presenta il Ra egizio (Marduk) come un extraterrestre viaggiatore che sfrutta le popolazioni che trova nei vari pianeti per estrarre minerali. E infatti anche negli aspetti più quotidiani della vita si è avuta una influenza da parte della teoria di Sitchin. L’ industria cinematografica ha prodotto appunto capolavori come ‘Stargate’, ‘10000 a.C.’, ‘Il quarto tipo’, film che riprendono alcuni aspetti della teoria di Sitchin. In ambito musicale, una band usa il nome EA, e nel 2010 un’altra band, gli italiani Screaming Shadows, ha composto il brano ‘Planet X’, dedicato a Nibiru, per il loro ultimo CD.
Purtroppo però la teoria di Sitchin è stata anche oggetto di speculazione, distorta, rimanipolata, e applicata a fenomeni e teorie che non la riguardano. Così a cavallo del cambio del millennio alcune comunità a dir poco disfattiste si sono ricordate di presunte profezie maya, dell’Apocalisse biblica, delle profezie Hopi e così via, creando un movimento a livello globale che presagiva catastrofi e cercava di dare base di veridicità a queste profezie. E cosa, meglio della teoria sitchiniana di un pianeta invasore, poteva servire meglio allo scopo? Applicando questa teoria a una erronea interpretazione della profezia maya riguardante la fine del V sole, sono nati i vari allarmismi chiamati ‘Nibiru2003’ e ‘Nibiru2012’. Questi allarmismi hanno contribuito tantissimo a gettare cattiva luce sul fenomeno Nibiru. Tanto che oramai chiunque nomini Nibiru si sente parlare del 2012, dei Maya, e (secondo i seguaci acquariani o secondo il già citato Nibiruan Council) di esseri provenienti dalla ‘quinta densità’ i quali, a valle del tremendo cataclisma (inversione dei poli magnetici della Terra – altro fenomeno erroneamente legato alla teoria di Sitchin) che si verificherebbe al passaggio del Pianeta X, eleveranno i pochi superstiti a un nuovo livello di coscienza e conoscenza. Tanto che, al ‘2012 Symposium’ tenutosi in Svizzera nell’ottobre del 2008, i termini ‘Enki’ e ‘Nibiru’ sono stati i più usati in assoluto. Se ciò sembra esagerato si pensi che nel 2009 lo stesso Sitchin ha dovuto rilasciare una sua lecture in DVD chiamata ‘2012 – will the anunnaki return?’ per dissociarsi definitivamente dalla errata interpretazione della sua teoria. Ma il lavoro di Sitchin ha parzialmente sfondato il muro di gomma che da anni avvolge gli ambienti ortodossi. Non solo, ha fatto breccia anche in Vaticano (il primo ad essere toccato dalla teoria di Sitchin che identifica Yahweh in un dio di origine extraterrestre). Infatti l’autore russo è stato ricevuto da Monsignor Corrado Balducci per una conversazione sul tema ‘Dio e i mondi extraterrestri’. L’università di Wroclaw, in Polonia, ha organizzato un ‘Sitchin study day’ nel 2009. Astronomi ortodossi hanno affermato che molti punti della teoria sitchiniana non sono affatto incredibili o in contrasto con le nostre cognizioni scientifiche. È indubbio quindi che il fenomeno Nibiru abbia notevolmente influenzato quasi ogni aspetto della società in cui viviamo. È questo il motivo per cui ho ritenuto di affrontare la teoria di Sitchin sotto ogni aspetto, pur sapendo di dovermi sobbarcare un immane lavoro, in maniera particolare rivolto ad analizzare quali critiche sono state mosse e la validità delle stesse. Suggerisco pertanto a tutti i lettori di accostarsi a questo libro dopo aver letto almeno il primo, fondamentale, libro di Sitchin: ‘Il pianeta degli dei’, o ancor meglio, se si riesce a reperirlo, il suo volume riassuntivo intitolato ‘Il libro perduto del dio Enki’. In questa maniera si potrà essere sicuri di conoscere la teoria originale, senza le varie distorsioni, e poter apprezzare al meglio questo lavoro di analisi.

Le conferme

Nel corso degli ultimi 20 anni circa numerose sono le conferme arrivate da vari campi, scientifici e non, alle tesi avanzate da Sitchin. Tali conferme a volte sono indizi che rendono la sua teoria pienamente verosimile, altre volte sono vere e proprie scoperte ‘probanti’ che confermano non la sola plausibilità di ciò che l’autore sostiene, ma che ciò che dice è esattamente la realtà dei fatti. In particolare il suo primo libro contiene alcune affermazioni derivate da traduzioni dei testi sumeri che dopo alcuni anni hanno avuto conferma.

Un gioco di previsioni ed anteprime

Nel libro “Il pianeta degli dei” (prima pubblicazione nel 1976) Sitchin parla di una versione dell’Enuma Elish (il mito della creazione sumero ritradotto successivamente in accadico e assiro) che descrive i due pianeti Nudimmud e Anu (che Sitchin identifica con Nettuno e Urano) chiamandoli con appellativi che in sumero significano: ‘vegetazione di palude’ (hum.ba), ‘pianeta che è il doppio’ (accadico: kakkab shanamma) e ‘signore della rigogliosa vita verdegiante’ (en ti mash sig). Il testo, secondo Sitchin, descrive anche uno di questi pianeti come ‘coricato su un lato’. Sitchin nel suo libro scrive:

“Sono estremamente convinto che quando riusciremo
ad avvicinarci a Nettuno e Urano scopriremo due pianeti
molto simili, di colore verde o azzurro”.

Due anni dopo furono lanciate dagli Stati Uniti 2 sonde, che raggiunsero Urano nel 1986 e Nettuno nel 1989. Queste sonde trasmisero bellissime immagini di 2 pianeti, uno celeste/azzurro e uno verde, uno dei quali inclinato su un lato. Le misurazioni di Nettuno e Urano inoltre effettivamente mostrarono 2 pianeti praticamente gemelli, con differenze irrilevanti tra atmosfera, temperatura, dimensioni, e periodo di rotazione. Ora, qui c’è da prendere in considerazione una cosa: personalmente non ho letto il testo a cui Sitchin fa riferimento, non ho potuto constatare l’esattezza dei termini (se non dal punto di vista linguistico), ma anche in assenza del testo e di una corretta dimostrazione dell’associazione di quegli appellativi, la previsione fatta si dimostrò esatta. Pura fortuna? Ma nel primo libro di Sitchin figura un’altra importantissima anteprima. Vi si legge il procedimento con cui gli Anunnaki avrebbero creato l’uomo: questo procedimento è diverso a seconda dei miti, in uno consiste nell’unire il seme (o il sangue, comunque il ‘principio di vita’) di un maschio Anunnaki con l’ovulo di una ominide; in altri testi (per esempio Enki e Ninmah) si utilizzano il seme di un dio, l’ovulo di una ominide, e li si impianta nel grembo delle ‘dee della nascita’. In entrambi i casi il ‘mix’ cellulare è posto in un ‘contenitore’ di argilla. Se trasferiamo queste nozioni in campo medico alla luce della tecnologia moderna, è facile riconoscere la tecnologia della fertilizzazione in vitro, la cosiddetta tecnica del ‘Test tube babe’. Ciò che però pochi sanno è che il primo test tube babe, Louis Brown, è nato il 25 Luglio del 1978. Due anni dopo la prima pubblicazione del primo libro di Sitchin.

Alessandro Demontis (tratto da “Fenomeno Nibiru 1“)

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