Alessandro Demontis, ORIGINI DELL'UOMO

La diffusione degli Homo nel globo: la generazione Homo Sapiens – da culture a civiltà

Ho notato che moltissimi lettori di Sitchin e moltissimi appassionati di antiche civiltà i quali non hanno una formazione di antropologia o storia fanno difficoltà a ‘collocare’ nel tempo e nel processo di evoluzione umana alcuni passi fondamentali; questa difficoltà fa nascere tantissime domande quando si confrontano – per esempio – le nozioni di Sitchin riguardante la nascita dell’Homo Sapiens con le varie scoperte storiche, archeologiche e genetiche riguardo vari tipi di Homo sparsi per il globo. Le tipiche domande che mi sento fare sono di questo genere:

  • l’ultima scoperta di un nuovo tipo di ominide nel paese X, risalente a 500 o 600 mila anni fa, non mette in crisi la teoria di Sitchin secondo cui l’uomo è stato creato 300.000 anni fa?
  • come potevano esserci 450.000 anni fa uomini in Europa? Io credevo che l’uomo fosse stato portato dagli Anunna in medio oriente circa 50.000 anni fa e poi si fosse diffuso da li…
  • cosa ne pensi di Gobekli Tepe? Allora la prima civiltà non erano i sumeri, giusto?

Queste domande derivano dal non aver chiari alcuni passaggi:

  • quelli riguardanti la differenza tra ‘Cultura’ e ‘Civiltà’,
  • quelli riguardanti la nascita dell’Homo Sapiens tramite ‘manipolazione’,
  • quelli riguardanti la diffusione umana nel globo.

In questo e nei prossimi due post mi dedicherò a chiarire per il lettore questi punti. Iniziamo dal più semplice e dal più importante, da cui derivano cronologicamente tutti gli altri:

La diffusione nel globo

Che la prima forma di Homo realmente considerabile come tale, l’Homo Habilis, sia nata in Africa e sia vissuta circa 2.5 milioni di anni fa, evolvendosi e diffondendosi tra Tanzania e Kenya, è ormai un dato di fatto assodato; l’evoluzione di Homo Habilis (che mancava di moltissime caratteristiche ‘moderne’ ed era molto simile ad alcune forme di australopiteco) ha portato alla nascita, tramite vari adattamenti e mutazioni genetiche, di Homo Ergaster, anche lui vissuto in Africa orientale tra i 2 milioni e 1 milione di anni fa. Questo, circa 1.8 milioni di anni fa, iniziò ad evolversi diventando Homo Erectus, ed è in questa fase, complice la particolare geografia del globo, piccoli gruppi poi sempre più numerosi iniziano a spostarsi dal continente africano… Homo Erectus, centinaia di migliaia di anni dopo, dall’ Africa arrivò in Asia probabilmente tramite la rotta mediorientale, sinaitica-arabica, o attraversando l’Oceano Indiano… ancora oggi con il termine Homo Erectus si indica generalmente il branco asiatico, ma sappiamo che questo ‘gruppo’ Erectus ha dato origine in tempi diversi ad almeno 3 ondate… quella asiatica chiamata propriamente Erectus, quella europea ritrovata in Germania a Heidelberg, che ha quindi preso il nome di Homo Heidelbergensis, e quella ancora europea ritrovata in Spagna chiamata Homo Antecessor. Ma una parte degli Erectus rimase sempre in Africa, e viene comunemente chiamata con il nome del suo predecessore Ergaster, poiché rimanendo in loco la sua evoluzione rispetto ai ‘compagni’ asiatici ed europei fu più diluita e smorzata. Non è ancora ben chiaro se Heidelbergensis e Antecessor siano stati contemporanei o se il secondo fosse progenitore del primo, i due tipi di homo sono molto simili e potrebbero costituire, salvo alcuni dettagli che potrebbero rientrare nella casistica degli ‘errori attributivi’, un unico gruppo… Uno degli scenari dipinti è che circa 800.000 anni fa alcuni Erectus dall’Africa abbiano preso la rotta della Spagna, e mentre una parte si evolveva in loco (Antecessor), un’altra porzione si diresse verso il centro Europa, ulteriormente evolvendosi circa 600.000 anni fa (Heidelbergensis) a causa delle  diverse condizioni climatiche e geografiche. Ãˆ bene chiarire che quando parliamo di ‘evoluzione’ in questi casi non necessariamente implichiamo un ‘passaggio successivo’ o una ‘miglioria’, ma semplicemente una differenziazione. E sopratutto, quando diciamo che l’ Homo X si è evoluto in Homo Y non intendiamo assolutamente dire che TUTTI i rappresentanti del gruppo X mutarono o si differenziarono nel gruppo Y… le evoluzioni e differenziazioni avvengono lentamente ed a gruppi, lasciando quindi sempre un ceppo originario che potrà proseguire invariato o affrontare successivamente e in altri luoghi, in gruppi più o meno grandi, un nuovo percorso (sempre parziale) di differenziazione. Sia come sia, fino intorno ai 600.000 anni fa, si sono susseguiti vari tipi di Homo in Africa (il ceppo originario), in Asia, ed in  Europa (in almeno 2 località e in almeno 2 gruppi differenziati). Ma cosa succedeva in quei gruppi che rimanevano nella zona di origine? Trovandosi a vivere sempre nelle stesse condizioni e negli stessi territori, quelli africani e quelli asiatici si sono evoluti più lentamente rispetto a quelli europei. Tra l’ altro questi non sono nemmeno gli unici tipi di Homo locali: infatti circa 1.8 milioni di anni fa, mentre Ergaster si spostava verso l’ Asia, un gruppo dovette forse fermarsi nel Caucaso, poiché in Georgia troviamo, tra i 1.7 milioni ed 1.5 milioni di anni fa, il controverso Homo Georgicus. Non solo… non crediate che tutti questi Homo discendano solo da Ergaster, perché pare che circa 1.9 milioni di anni fa, sempre in Africa e sempre in Kenya, ci fosse un altro tipo chiamato Homo Rudolfensis, che potrebbe semplicemente essere un Ergaster con caratteristiche diverse nate da diverse esigenze territoriali, o invece un diverso ceppo sempre proveniente dall’Habilis originario. Tralasciamo adesso la porzione spagnola e la porzione asiatica, per concentrarci su due ceppi: i discendenti dell’originale Habilis in Africa, e i discendenti di Heidelbergensis in centro Europa. Questo secondo ceppo, intorno ai 200.000 anni fa, dopo numerose differenziazioni ed evoluzioni, costituisce Homo Neandertalensis, il ‘cugino’ di Homo Sapiens. Avrete notato che siamo arrivati ad un periodo in cui interviene la teoria di Sitchin… per ora fermiamoci qui, e nel prossimo post analizzeremo come Habilis, Erectus, Neanderthal e Sapiens sono collegati.

La generazione di Homo Sapiens

Facendo seguito all’introduzione dell’articolo La diffusione degli Homo nel globo, dopo aver trattato l’evoluzione da Homo Habilis fino al Neanderthal europeo, è giunto il momento di vedere come la teoria di Sitchin si incastona nel percorso di evoluzione così come ce lo propongono l’antropologia, l’archeologia e la genetica. Avevamo lasciato, se ben ricordate, il Neanderthal in Germania, ma avevamo anche detto che l’Erectus africano, rimanendo isolato, aveva nel corso delle decine di migliaia di anni proseguito la propria naturale evoluzione. Forse non sapremo mai come l’Erectus originario si sia evoluto in Africa, o se da lì si sia spostato altrove nella sua forma arcaica, ma ciò che sappiamo è che improvvisamente intorno ai 300.000 anni fa e fino a circa 120.000 anni fa in Africa ha vissuto un discendente diretto di Erectus che adesso chiamiamo Homo Rhodesiensis, perché i suoi resti sono stati trovati nell’attuale città di Kabwe. E qui dobbiamo notare alcune cose che coincidono esattamente con quanto sostenuto da Sitchin fin dal 1976:

  • la località di Kabwe si trova nella ex Rhodesia del nord, la zona attualmente suddivisa tra Zambia e Malawi;
  • i primi resti furono trovati all’interno di una miniera di Zinco e Ferro
  • la datazione più antica si avvicina ai 300.000 anni fa
  • la ex Rhodesia, storicamente divisa politicamente tra Nord e Sud, comprendeva tutta la zona che attualmente costituisce Zambia, Malawi e Zimbabwe.

Vogliamo ricordare che non solo le datazioni corrispondono grosso modo al periodo in cui Sitchin data l’intervento degli Anunna sull’Homo (da lui chiamato Erectus), ma anche i luoghi, in quanto l’Abzu secondo Sitchin era tutta la zona di Zimbabwe / Sudafrica del Nord e Swatziland, e sopra di esso stava la località chiamata Bit Shimti ove Enki conduceva i suoi esperimenti. Del resto, è proprio al confine tra Mozambico e Zimbabwe che sono state ritrovate da Michael Tellinger le più antiche strutture umane mai costruite dall’uomo, datate a circa 200.000 anni fa.

Voglio aggiungere ancora altre osservazioni:

  • l’Homo Rhodesiensis è stato l’ultimo tipo di Homo africano col corpo ricoperto di peli, infatti di recente lo studioso Mark Pagel, biologo della University of Reading (UK), ha scoperto che la ‘pelliccia’ dei nostri antenati è scomparsa poco più di 200.000 anni fa.
  • la stima di datazione del nostro MRCA (most common recent ancestor), recentemente ridefinito come TMRCA (true most common recent ancestor) lo fa risalire a circa 200.000 anni fa in linea femminile (Eva Mitocrondriale), e tra i 220.000 ed i 340.000 anni fa in linea maschile (Adamo Y-Cromosomale).

Alla luce di tutte queste nozioni, possiamo adesso riassumere ed evidenziare come la teoria di Sitchin si incastona nell’evoluzione così come ci viene tramandata e descritta dalla scienza:
Un gruppo di Homo Erectus evolutosi e differenziatosi per vie naturali nel centro del continente africano, in tutta la zona che abbraccia ambia, Malawi, Zimbabwe, Sudafrica del nord, Mozambico, viveva nella zona in branchi organizzati di uomini ancora ricoperti di pelliccia, capaci appena di camminare su due gambe; questo gruppo di uomini, che la scienza chiama Rhodesiensis, fu il gruppo trovato dagli Anunna nella località del Sudafrica del Nord / Mozambico / Zimbabwe durante le operazioni di scavo delle miniere della zona geografica di Mpumalanga, nel nord del Sudafrica. Gruppi di questi uomini furono usati, dopo i 300.000 anni fa, come base per gli esperimenti di modifica genetica, condotta nel Bit Shimti (Zimbabwe). In un periodo vicino ai 220.000 anni fa, il ‘modello’ doveva essere bello che pronto e doveva trovarsi nella zona in gruppi numerosi… è Homo Sapiens, che per decine di migliaia di anni si è diffuso in tutta l’ Africa dell’est, da sud verso nord, iniziando poi (per vie naturali indipendenti, o forse condotto dagli Anunna) a spostarsi intorno ai 120.000 anni fa dall’Etiopia verso la penisola araba. Da li, decine di migliaia di anni dopo, iniziò la diffusione in Medio Oriente e via via in tutto il globo, incontrando, ed infine soppiantando, le varie forme di Neanderthal che si erano specializzate nelle diverse regioni.

Da culture a civiltà

Nel post La generazione di Homo Sapiens avevamo lasciato il nostro ultimo e diretto progenitore che, a partire dai 120.000 anni fa, si diffondeva nell’Africa da nord a sud, dirigendosi in piccoli gruppi al di fuori del continente africano. Di norma le migrazioni Out of Africa vengono descritte all’incirca in questo modo:

  • da 120.000 anni fa: il Sapiens si muove dal sudest africano fino al centro Africa
  • da 90.000 anni fa: il Sapiens si muove dal centro Africa verso la penisola arabica e fino al sub-continente indiano
  • da circa 55.000 anni fa una parte dei Sapiens dalla penisola arabica si muove verso la Mesopotamia, l’ Anatolia, la Russia, e proseguendo dall’Anatolia verso il centro Europa attraverso la Grecia e la costa Iugoslava
  • parallelamente sempre da circa 55.000 anni fa una parte dei Sapiens stanziati in India si avventura lungo il pacifico verso la Nuova Zelanda e l’ Australia, un’altra parte si dirige nel sud della Cina
  • da circa 30.000 anni fa abbiamo una parte dei Sapiens europei che attraverso la Francia si muove in Spagna e Portogallo; parallelamente dal sud della Cina abbiamo la popolazione dei territori nord cinesi e siberiani con il consecutivo passaggio a nord verso le Americhe
  • sempre da circa 30.000 anni fa, dalla penisola arabica un piccolo gruppo ritorna verso l’ Africa costiera orientale
  • a partire da circa 10.000 anni fa abbiamo movimenti di ‘affinamento’ nei quali l’uomo arriva nelle isole dell’Atlantico e del Pacifico, dall’Africa occidentale alle Canarie, dall’America del sud fino al Perù e risalendo fino ai Caraibi, dal centro Europa fino alla Gran Bretagna e infine dalla Russia siberiana verso la Russia del nord e dell’ovest

Ci sono però dei movimenti che stonano in questo schema: per esempio dal Pacifico circa 30.000 anni fa un gruppetto tornò verso il Madagascar, parallelamente nello sesso periodo abbiamo spostamenti verso il Cile dal Brasile, ma non sono attestati per esempio movimentazioni nel centro Europa verso l’ Europa dell’est. Anche la zona araba e mesopotamica, fino al Caucaso, rimane abbastanza stabile, ed è solo intorno al 7000 a.C. che dalla Mesopotamia abbiamo una nuova ondata di spostamenti attraverso il Caucaso e la zona di Serbia e Romania che arriva in Europa centrale. Inoltre recenti scoperte (del 2008) confermano quanto già ipotizzato da alcuni genetisti: l’Homo Sapiens raggiunse le coste australiane almeno nel 70.000 a.C., molto prima della data ufficialmente divulgata. A provarlo non c’è solo uno scheletro (la cui analisi del DNA ha mostrato che si tratta di Homo Sapiens) ma anche segni di cremazione… Chi ha letto i libri di Sitchin sa che i Sumeri sono stati la prima civiltà umana… e spesso si chiede: ma se c’erano Homo Sapiens in tutto il globo, anche se erano pochi, perché consideriamo i sumeri la prima civiltà? Reperti come Gobekli Tepe risalenti a 11.000 anni fa, o le rovine di Jerico risalenti al 7000 a.C., e tanti altri reperti che indicano stanziamenti di persone intelligenti e attive, non smentiscono lo scenario descritto da Sitchin? Del resto pare che i primi segni di scrittura siano stati trovati nella Romania del sud, risalenti a oltre 1500 anni prima della nascita della civiltà sumera. Per rispondere a questa obiezione, dobbiamo affrontare il significato dei concetti di Cultura e di Civiltà. Si intende con ‘Cultura‘ un gruppo di persone che vivono in comunità più o meno stanziali e che hanno raggiunto uno stadio evolutivo tale da indicare un certo grado di aggregazione sociale, che hanno sviluppato un elementare metodo di espressione tramite l’arte (generalmente visiva), e che riesce a perpetrarsi nel tempo grazie ad attività di sussistenza basate su materiali grezzi e di semplice lavorazione. Vivono generalmente in villaggi o accampamenti privi di un progetto definito, e non è presente una vera organizzazione gerarchica. Per ‘Civiltà‘ invece si intende un complesso di popolazione che ha raggiunto livelli evolutivi superiori in cui la tecnica permette di uscire dal semplice scopo di ‘sussistenza’ e nel quale le conquiste riguardano regole societarie, linguaggio, autoregolamentazione, e in generale un piano organico di sviluppo. La popolazione vive in piccole città organizzate, nate e sviluppate con un criterio non solo sociale ma anche pratico, ed è organizzata secondo una struttura differenziata.  Di fatto quindi la prima Civiltà propriamente detta, che nasce con una struttura complessa, organica, tecnicamente sviluppata e capace di tramandare se stessa con  linguaggio, è quella che ha dato origine alla popolazione sumera; mentre le varie situazioni precedenti, molto abbondanti nella penisola araba, nel Caucaso, ma anche in Europa e in Asia, si fermano allo stadio di Cultura perché non hanno mai compiuto autonomamente quel salto qualitativo che ne permettesse uno sviluppo complesso e completo. Molte di queste culture sono poi assorte allo status di Civiltà venendo in contatto con la civiltà sumera e con le sue derivate… interagendo e mischiandosi con la civiltà sumera, numerose culture si sono evolute prendendo qui e li quei caratteri e quelle pratiche mancanti.

(Fonte: http://ademontis.wixsite.com/ilfenomenonibiru- Di Alessandro Demontis

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