Un messaggio dal passato

Puma Punku è parte di un ampio complesso o gruppo di monumenti del sito Tiahuanaco in Bolivia. In lingua Aymara, il suo nome significa “La porta del Puma”.
Come non rimanere affascinati e meravigliati davanti a tanta raffinatezza tecnologica, alla distesa di blocchi solidi di andeasite perfettamente tagliata in un modo così sofisticato, unica al mondo, e appare immediatamente evidente che non si tratta di decorazioni ma parte di una composizione misteriosa.
Osservandoli, sembrano pezzi di un grande “lego” per bambini, costruzioni abbandonate dopo un gioco finito male.




I primi blocchi che colpiscono l’occhio del visitatore, sono strutture imponenti, misteriosi moduli in pietra a forma di “H”, tutti della stessa dimensione. Si ha quasi l’impressione di trovarci davanti a una produzione in serie, come se si fosse utilizzato uno stampo e sembrano urlarci di far parte di un quadro più ampio, quasi fossero pezzi di costruzioni ad incastro.



Tagli millimetrici
Il ricercatore americano Brian Foester ha dedicato parte della sua vita cercando di stabilire le relazioni tra queste strutture megalitiche e il periodo nel quale furono costruite, chi le ha costruite e con quali tecniche.
Per cercare di capire di più sui tagli millimetrici e sui fori perfetti dei blocchi, Brian Foester si è rivolto a Christopher Dunn, un ingegnere e specialista di macchine in grado di realizzare tagli millimetrici su diversi tipi materiali.
Il team di ricerca ha portato a Tiahuanaco una serie di strumenti di misura molto sofisticati.






Christopher Dunn è un veterano della ricerca, è stato in Egitto e anche lì ha trovato tracce di una vecchia tecnologia, tuttavia è rimasto molto impressionato da Puma Punku.
Durante la spedizione alcune pietre provenienti da Puma Punku sono state asportate e trasportate in laboratorio nell’Illinois. Qui Christopher Dunn ha avuto la possibilità di studiarle. Per prima cosa ha confrontato al microscopio 2 moderne tecniche di taglio con il campione proveniente da Puma Punku.
Ecco le osservazioni che sono emerse dal confronto:
- Taglio moderno effettuato con laser – presenta segni di vetrificazione
- Taglio con fresa al diamante – presenta segni circolari
- Il taglio di Puma Punku è stato fatto, sicuramente, con altri metodi di precisione a noi sconosciuti, le pietre sono quasi perfettamente piatte e presentano un margine di errore di 0.0001 e 0.0002 di pollice su quella che sarebbe altrimenti una superficie perfettamente piana.

“Un lavoro del genere non si può ottenere utilizzando martelli di pietra o utensili arcaici, ma bensì è necessaria una tecnologia moderna o addirittura più avanzata” ne deduce Chris Dunn.
Un’altra “anomalia” rilevata da Chris Dunn, a Puma Punku sono i fori, non solo perfetti, ma anche equidistanti, sicuramente molto familiari per i tempi moderni, ma la precisione, la forma e l’accuratezza di questi lavori in pietra sono a malapena immaginabili senza macchinari computerizzati, dichiara con convinzione Dunn.



È vero che esistono tecniche di perforazione che potrebbero consentire la perforazione di pietre come l’andesite (7/10 sulla scala di durezza di Mohs) ma fintanto che pensiamo a tecniche manuali, qualsiasi esperto contattato esclude categoricamente il raggiungimento di simili livelli di livello di precisione.
Ricostruzioni 3D
Tutte le misurazioni effettuate in loco, hanno inoltre permesso uno studio più agevole e la ricostruzione, sia informatica che in 3D, dei curiosi blocchi di pietra. Sono state così tentate ricostruzioni.
I Blocchi si sono rivelati componenti tecnici di un sistema costruttivo modulare, parte di una costruzione più ampia, le pietre sono lavorate in modo così perfetto che si adattano una dentro l’altra, senza la necessità di malta o cemento per tenerli insieme, e così il gioco degli studiosi al computer è iniziato.








Anomalie Magnetiche

Un’altra interessante informazione emersa dalle ricerche di Foster è che i blocchi sono stati esposti in qualche modo a onde elettromagnetiche, in quanto tutte le pietre sono magnetizzate, all’interno o in vicinanza di esse la bussola modifica la posizione del nord.
Memorie di una cultura antica
Che posto era mai questo? Chi lo avrebbe potuto costruire?
Nelle leggende dei locali, si racconta che il vicino tempio di Tiahuanaco sia stato costruito per commemorare l’arrivo a Puma Punku degli dei venuti dal cielo.
La posizione ufficiale della maggior parte degli storici peruviani datano Tiahuanaco al 1500 a.C. Foster però, è convinto, che le parti più antiche di Tiahuanaco e Puma Punku hanno più di 10.000 anni.
Ipotizza che siano state costruite prima della fine dell’ultima era glaciale, un evento drammatico che ebbe luogo in un periodo di tempo molto breve, forse qualche migliaio di anni. Durante l’era glaciale, ci fu un’attività vulcanica sproporzionata, e probabilmente l’asse della Terra fu alterata. In questo drammatico evento morirono molti animali, piante e persone.
Queste strutture megalitiche presenti in Tiahuanaco e Puma Punku non possono essere state costruite dagli Aymara o dagli Inca, sono ricordi o memorie di una cultura antica che si estinse. Probabilmente gli Aymara arrivarono e le trovarono già fatte quindi se ne impossessarono e in alcuni casi ci costruirono sopra, abbiamo così una stratificazione di culture che rendono molto difficile la datazione, come a Gobekly Tepe.
La verità è che gli Aymara costruirono molti edifici in Tiahuanaco, tuttavia si possono distinguere almeno tre diversi periodi e tre diversi stili di costruzione. Le pietre con i tagli più precisi o più accurate sono quelle più antiche e appartengono a quello che io chiamo il periodo “Puma Punku”. Poi venne il periodo “Tiahuanaco” e quindi il periodo della cosiddetta “civiltà Tiahuanaco”, 3000 anni fa.
Foster è un sostenitore della teoria di Sitchin. Secondo i suoi studi la Terra non è l’unico pianeta che ospita la vita, né tantomeno l’unico pianeta che ospita vita intelligente.
È molto probabile, sostiene, che ci siano altre civiltà nella nostra galassia e che visitarono la Terra in un passato remoto, e probabilmente si sono mescolati con i primi esseri umani.
Probabilmente, uno degli scopi della loro presenza sulla Terra, era quello di procurarsi metalli. Non molto distante da Puma Punku sono presenti molti minerali come oro, argento e rame.
Inoltre, sembra che in passato un fiume sia stato deviato verso la zona di Tiahuanaco e Puma Punku, ragione in più per credere che in quel sito venivano lavorati metalli preziosi.
La sua teoria è che queste “persone” hanno sfruttato la zona fino ad un certo periodo, per poi abbandonarla. Dopodiché sono arrivate altre culture che ne hanno approfittato per sistemarsi in quella zona.
Un primo sguardo da un passato recente
Interessanti disegni ci giungono da un libro del 1877 “La terra degli Inca” trovato in un archivio del web, che mettiamo a disposizione di chiunque interessato.
Il libro offre una prospettiva diversa, quella dei primi esploratori, descrive dettagliatamente con stupore tutto ciò che si palesa davanti ai loro occhi, e dal nostro punto di vista attuale possiamo così godere di una testimonianza non inquinata da eventuali occultamenti o manomissioni.
Questo reperto, per esempio non risulta tra le foto reperibili oggi sul web, ne deduco non sia più in loco.
Qui di seguito alcune foto antiche.








Articolo di Tiziana Acerbi e Irene Bottigliero