
Infatti quando nel 1890 vennero mostrate alcune foto dei reperti ad un antropologo dell’università della Pennsylvania, Morris Jastrow, questi sbrigativamente liquidò la faccenda asserendo che: … L’unico elemento che salta agli occhi, di queste tavole, è l’elemento dilettantesco delle incisioni che in gran parte sono un’orribile miscuglio di iscrizioni fenicie, egizie, greche ed inintellegibili perché sconosciute, messe insieme alla rinfusa, come un dizionario multilingue…….esse rappresenterebbero la prova inconfutabile che, il continente Americano è stato colonizzato da antichi e scomodi navigatori ben prima della “scoperta” di Colombo. Queste Tavole in argilla, ardesia o rame, erano state estratte a migliaia, da tombe di età preistorica attribuite ad “indiani”, nei dintorni di Detroit nel Michigan tra il 1874 ed il 1915. Tutte le tavole recavano motivi ebraico-cristiani ed iscrizioni in una lingua sconosciuta.

Gli animali effigiati, mammuth, elefanti indiani, ed i tratti orientaleggianti degli uomini, sollevarono parecchi dubbi sul fatto che queste tavole fossero realmente originarie del continente americano. La delusione degli scopritori fu veramente grande, infatti gli studiosi non pensarono neppure per un istante a sottoporre i reperti ad un’accurata analisi; si limitarono a decretare la loro falsità . Inutile fu la difesa degli scopritori ormai, i reperti erano bollati come falsi, e rapidamente entrarono nell’oblio condannati dall’ignoranza accademica.

Alcuni coraggiosi personaggi come Daniel Soper. ex segretario di stato del Michigan o il pastore James Savage, indignati da questo atteggiamento, iniziarono a collezionare migliaia di tavole. per poterle tramandare ai posteri. Alcuni decenni dopo, la ricercatrice Henriette Mertz sottopose le tavole del Michigan ad un’accurata analisi. La Mertz, esperta dei contatti precolombiani, voleva dimostrare una volta per tutte che, con metodo scientifico, che si trattava di falsi, ma non c’è riuscita; anzi al contrario dopo svariati anni di studio, la ricercatrice si è convinta dell’autenticità delle tavole che a suo avviso erano opera di profughi cristiani fuggiti dopo la caduta dell’impero romano nel 312 d.C. e rifugiatisi sul continente americano.

Le collezioni Soper e Savage sono andate a finire secondo un ricercatore americano Evan Hansen in mano dei Mormoni Dell’Utah e dovrebbe trattarsi di ben 1540 tavole (come si evince anche dalla lettera inviata nel 1993 al professor Emilio Spedicato dell’università di Bergamo, da parte di Glen Leonard. foto sopra). Hansen afferma che nel caso venisse divulgata l’esistenza delle “Tavole del Michigan” e qualora venissero decifrate le iscrizioni, sarebbe allora possibile svelare le radici storiche delle tavole stesse, che sarebbe da ricercare in una catastrofe di natura cosmica, che avrebbe messo in ginocchio l’intero pianeta. A riprova di questa tesi fa notare che sulle tavole compare in maniera ricorrente, la storia dell’arca di Noè e che vengono raffigurati diluvi ed inondazioni, nonché impatti di asteroidi. Ed è appunto logico pensare che il Diluvio della Bibbia, sia stato provocato dalla caduta di un grosso meteorite.
Articolo di Redazione AG
(Fonte-misteromania.it)