
L’origine mediorientale degli europei
Nel Settembre 2007 viene pubblicato su ScienceDaily un articolo intitolato: “Ancient Pig DNA Study Sheds New Light On Colonization Of Europe By Early Farmers” che divulga i risultati di alcune analisi del DNA condotte su maiali europei. Si credeva, fino a quel momento, che il maiale da allevamento in Europa fosse discendente dei primi verri, i maiali da riproduzione. Ma le analisi mostrano che invece i più antichi maiali in Europa furono introdotti dal Medioriente nell’età del bronzo da alcuni gruppi di allevatori trasferitisi, come sostiene il team di genetisti della Durham University che ha estratto e analizzato il mtDNA di numerosi maiali moderni e quello di resti di maiali antichi.Il genetista Keith Dobney ha dichiarato:
“Many archaeologists believe that farming spread through the diffusion of ideas and cultural exchange, not with the direct migration of people. However, the discovery and analysis of ancient Middle Eastern pig remains across Europe reveals that although cultural exchange did happen, Europe was definitely colonized by Middle Eastern farmers.”
Traduzione:
“Molti archeologi ritengono che agricoltura si sia diffusa attraverso la diffusione di idee e di scambio culturale, non con la diretta migrazione di persone. Tuttavia, la scoperta e l’analisi di resti dell’antico maiale Medio Orientale in tutta Europa rivela che, anche se lo scambio culturale è accaduto, l’Europa era sicuramente colonizzata da agricoltori del Medio Oriente”.
Inquadriamo questa scoperta nell’ottica di ciò che sostiene Sitchin: la civiltà, non solo quella mediorientale o arabica, nasce a Sumer, nella ‘mezzaluna fertile’, oltre 7000 anni fa. Da li proviene l’agricoltura, e questa nuova scoperta conferma che anche l’addomesticamento dei maiali nasce in quelle terre. Ma, come detto, i maiali giunsero tramite ‘colonizzatori’ che praticavano l’allevamento. Ebbene un altro studio genetico conferma questa colonizzazione. Sempre ScienceDaily pubblica nel Settembre 2009 un articolo basato sullo studio di Barbara Bramanti della Mainz University; tale studio divulga che dall’analisi di alcuni scheletri di allevatori risalenti a migliaia di anni fa si è scoperto che questi non erano discendenti degli uomini che si erano stabiliti in Europa dopo il ritirarsi delle coltri di ghiaccio dell’ultima glaciazione, ma discendevano direttamente da agricoltori e allevatori che avanzarono nell’est europeo dalla regione mediorientale circa 7500 anni fa. Archeologi, linguisti e genetisti si sono chiesti per più di un secolo da chi discendono gli europei attuali; è sempre stato noto che in Europa esistevano insediamenti sia prima che durante e dopo l’ultima glaciazione, ma gli studi climatici e i ritrovamenti archeologici avevano mostrato che al momento dei ritirarsi dei ghiacci in Europa la popolazione era stata praticamente decimata, così come in varie altre zone del globo. Era dunque un mistero il come ci possa essere stato in brevissimo tempo (circa 3 millenni) un esponenziale aumento della popolazione e la nascita (e diffusione) improvvisa di agricoltura e allevamento nelle zone europee. Questo dubbio è ben espresso da un altro team di genetisti e atropology che curano il blog “Dienekes Anthropology Blog”:
“In Europe, the Neolithic transition (8,000–4,000 B.C.) from hunting and gathering to agricultural communities was one of the most important demographic events since the initial peopling of Europe by anatomically modern humans in the Upper Paleolithic (40,000 B.C.). However, the nature and speed of this transition is a matter of continuing scientific debate in archeology, anthropology, and human population genetics.“
Traduzione:
“In Europa, la transizione neolitica (8,000-4,000 aC) da caccia e raccolta a comunità agricole è stato uno dei più importanti eventi demografici dal primo popolamento dell’Europa da parte di esseri umani anatomicamente moderni nel Paleolitico superiore (40.000 aC). Tuttavia, la natura e la velocità di questa transizione è una questione di continuo dibattito scientifico in archeologia, antropologia e genetica delle popolazioni umane “.
Questo studio genetico ora mostra che l’Europa fu ripopolata da genti mediorientali che, secondo gli studiosi Joachim Burger e Barbara Bramanti, attraversarono la zona dei Carpazi e attraverso l’Ungheria popolarono prima l’est europeo e poi si diffusero sul resto del continente. Alla stessa conclusione è arrivato il team del Dr. Wolfgang Haak:
“The results reveal that the LBK (Linear Pottery Culture) population shared an affinity with the modern-day Near East and Anatolia, supporting a major genetic input from this area during the advent of farming in Europe”
Traduzione:
“I risultati rivelano che la popolazione LBK (cultura della ceramica lineare) ha condiviso un’affinità con il moderno Vicino Oriente e l’Anatolia, sostenendo un importante contributo genetico da questa zona durante l’avvento dell’agricoltura in Europa”
Lo strano caso della diversificazione mexicana
Avremo modo di parlare abbondantemente del Mexico e del Perù nella parte riguardante la mitologia e l’ archeologia, ma qui nella sezione dedicata alla genetica non possiamo non menzionare le conclusioni indicate nel suo studio “Linguistic and maternal genetic diversity are not correlated in Native Mexicans” da Karla Sandoval, studio pubblicato su Human Genetics nell’Ottobre del 2009. Lo studio affronta una analisi della divergenza genetica e linguistica nella popolazione mexicana, analisi portata avanti esaminando le differenziazioni genetiche all’interno e tra i 4 maggiori gruppi dialettici del Mexico. Il risultato dello studio è che la grandissima maggioranza della popolazione del Mexico mostra un patrimonio mtDNA appartenente ai gruppi pan-amerindi A2 – B2 – C1 e D1. Di questi 4, il più comune in Mexico è l’A2, di origine siberiana, mentre il più enigmatico è il B2, poiché sembra contraddire o comunque mettere in crisi l’origine nord-asiatica delle popolazioni americane, o quantomeno la discendenza dei mexicani dalle popolazioni americane provenienti dalla Siberia (più avanti avremo modo di parlare di un altra dura ‘botta’ alla teoria dell’origine nordamericanasiberiana). L’aplogruppo B2 infatti è comunissimo nel Mexico ma quasi completamente assente nelle popolazioni autoctone della Siberia. Allo stesso tempo però, in Mexico è quasi completamente assente l’aplogruppo X, uno dei 5 aplogruppi che costituiscono il patrimonio genetico antico americano (gli altri sono A, B, C e D). Lo scenario che ne viene dipinto è che nel Mexico la diversificazione genetica è avvenuta in tempi antichissimi, prima della differenziazione linguistica, e in maniera che coinvolge almeno 3 flussi genetici. Ma c’è di più:
tra gli aplogruppi presenti nel Mexico, in percentuale molto minore agli altri, c’è il D. L’aplogruppo D come il C sono derivazioni del macro-aplogruppo M nativo della zona mesopotamica. Ma mentre l’aplogruppo C si è iniziato a differenziare nell’est asiatico, l’aplogruppo D compare già in Mesopotamia. Allo scenario che avevamo dipinto poco fa, di un miscuglio di popolazioni provenienti dall’Asia circa 30000 anni fa attraverso la Siberia e il Nord America, ora si aggiunge un piccolo gruppo di persone con una discendenza quasi diretta dalla zona mediorientale. Da dove viene, lo veredemo appunto quando parleremo del legame tra mesoamerica e mesopotamia nella sezione dedicata all’archeologia e alla mitologia.
Articolo di Alessandro Demontis