
Sin in accadico (Nanna in sumerico) era il dio lunare della mitologia babilonese, nonché protettore del ciclo lunare e degli elementi naturali connessi. Le due sedi principali del culto del dio erano ad Ur ed a Carre, benché in Mesopotamia si trovino moltissimi templi dedicati al dio a causa della sua antichissima venerazione.
L’Historia Augusta riporta che l’imperatore romano Caracalla venne assassinato nel 217 mentre era diretto a Carre per venerare Lunus. Lo stesso autore riporta l’opinione diffusa nella regione secondo cui colui che avesse venerato la divinità lunare riferendosi ad essa al femminile, sarebbe stato soggetto alla volontà delle donne; mentre chi si fosse riferito ad essa al maschile, avrebbe dominato la propria vita. Sebbene alcuni studiosi hanno suggerito che Lunus possa essere la forma latinizzata di Men, altri l’hanno associato più solidamente al dio Sin.
Nannar (“Colui che brilla”; a volte abbreviato in Nanna): il “dio della Luna” sumero – un figlio, nato sulla Terra, di Enlil e Ninlil. Il suo nome accadico, più famoso, Sin, derivava dal suo soprannome Su.en (“Signore che moltiplica”) perché era il padre dei gemelli Utu/Shamash e Inanna/Ishtar.
I suoi “centri di culto” erano Ur, a Sumer, e Haran, nella Mesopotamia superiore. Il suo numero di rango era il 30. I testi delle Lamentazioni relativi al vento nucleare che devastò Sumer affermano che Nannar e la sua sposa ritardarono la fuga dalla loro amata Ur, lasciando a intendere che venne colpito dal Vento del Male.
Testi successivi che parlano del Giorno del Signore e della partenza dalla Terra degli Anunnaki descrivono eventi ad Haran che presumevano la partenza e il ritorno di Nannar/Sin, nonchè la sua nomina dell’ultimo re di Babilonia Nabuna’id,Sin.