ANTICHI LUOGHI, MESOPOTAMIA

Piramide Indonesiana potrebbe costituire la prova definitiva dell’esistenza di una Civiltà Perduta?

Sull’isola indonesiana di Giava è sita una imponente struttura piramidale che risulta essere artificiale. Vari campioni di perforazione che hanno fornito le prove dell’esistenza di un tempio nascosto sotterraneo coperto da strati di vegetazione e terra. La struttura potrebbe predatare di millenni Göbekli Tepe, il più antico sito megalitico della Terra.

Sebbene la piramide sia da tempo nota alla popolazione locale come il sito megalitico di Gunung Padang, solo ora inizia ad essere riconosciuta dall’archeologia ufficiale quale un possibile “tempio antico”.

La piramide si trova in cima al Monte Padang nella Giava Occidentale ed è coperta da un fitto strato di alberi e fogliame che si sono accumulati nel corso dei millenni fin dal tempo in cui è stata costruita. Oltre a questo strato di vegetazione, nel corso della sua storia, si sono creati strati di terreno e roccia facendo sì che la struttura fosse offuscata e apparisse come una formazione naturale.

Danny Natawidjaja, uno dei geologi più esperti del Centro di Ricerca per la Geotecnologia presso l’Istituto Indonesiano di Scienze, ha studiato la piramide per anni, e crede possa trattarsi della prova di un’antica civiltà perduta che ha preceduto tutte le altre civiltà a noi note.

“Gli antichi racconti su Atlantide ed altre grandi civiltà perdute della preistoria, a lungo considerati miti dagli archeologi, potrebbero essere veritieri”, ha detto Natawidjaja a Graham Hancock in un’intervista del 2014.+

Furono Natawidjaja ed i suoi colleghi a notare per primi i segni di artificialità nel tempio mentre effettuavano un paragone con il paesaggio naturale attiguo che era eroso. Hanno anche notato particolari caratteristiche nelle pietre basaltiche verticali che si trovano in cima alla piramide ed incorniciano le sue terrazze a gradini. Queste si trovano accanto ad altre colonne e composizioni rocciose che palesemente formano pareti e delimitano sentieri e spazi, suggerendo chiaramente un’origine antropogenica. Solo questo strato risale a 3.500 anni fa, mentre gli strati successivi sono sempre più antichi man mano che gli archeologi continuano a scavare.

In una recente relazione apparsa su LiveScience, Natawidjaja ha rivelato i risultati di uno studio eseguito avvalendosi di radar GPR penetranti il terreno (ground-penetrating radar), radiografie, tomografie e carotaggi per stabilire l’età della piramide. Dato l’interesse suscitato negli accademici dalle sue scoperte si può ben sperare che il governo indonesiano consenta di portare avanti ulteriori scavi – cosa a cui è sempre stato contrario in passato.

“Sotto la superficie, ad una profondità di circa 3 metri, c’era un secondo strato di colonne rocciose simili, che si pensa risalgano a 7.500-8.300 anni fa. Poi c’è anche un terzo strato che si estende per 15 metri sotto la superficie ed ha più di 9.000 anni; secondo i ricercatori, quest’ultimo potrebbe risalire anche a 28.000 anni fa. Dalle loro indagini risulta la presenza di varie camere sotterranee.”

Oggigiorno, la parte superiore della piramide viene usata per la preghiera come probabilmente lo era stata migliaia di anni fa. E adesso che l’archeologia ufficiale è finalmente disposta ad accettare che in realtà si tratta di una struttura artificiale, potrebbe preannunciarsi un vero e proprio cambiamento di paradigma nella nostra percezione della storia umana.

Riferimenti a quanto letto:

https://www.gaia.com/article/indonesian-pyramid-may-be-definitive-proof-of-a-lost-civilization?utm_source=facebook%2Borganic&utm_medium=unexplained&utm_term=article&utm_campaign=evergreen&ch=st

https://grahamhancock.com/indonesia-to-turkey-hancock/?fbclid=IwAR27mC6Aa81ZmOY1EMDCksflgtMe39nhpbUSF2KcL6Q6sFaUFhfkdfQXLnI&utm_source=facebook%2Borganic&utm_medium=unexplained&utm_term=article&utm_campaign=evergreen&ch=st

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