
GEA (Gaia o la Tellus romana) non nasce dal Caos, ma sorge o si desta quando Eros inizia a interagire con Eris per ripristinare il Cosmo. E’ la prima Dea, madre di tutti gli Dei e degli uomini.Come vedremo negli eventi divini, gli dei per procreare si uniscono fra di loro, ma si possono unire pure alle divinità derivate dal Caos, e pure con gli uomini. Gea invece creò i primi suoi figli da se stessa:
URANO ( il cielo stellato).
PONTO (il mare profondo)
PONTO e Gea procrearono:
Nereo: il mare in bonaccia, fu il padre delle Nereidi
Taumante: Il maestoso mare. Padre delle Arpie e di Iride.
Euribia: la violenza del mare tempestoso, sposò il Titano Crio
Forco e Ceto: Fratello e sorella, i pericoli del mare in tempesta.
E dalla loro unione nacquero le Fòrcidi, ossia le Graie e le Gorgoni, ed un serpente dal terribile aspetto. Quest’ultimo era il custode nelle caverne dei pomi aurei.
Le Graie (Enio, Perfredo e Dino) erano tre vecchie dai capelli grigi ed un solo occhio che facevano da sentinelle alle Gorgoni (Steno, Eurialo e Medusa).
Di queste, le prime due erano immortali e non potevano invecchiare, la terza invece era mortale. Esse abitavano “sull’altra riva dell’inclito Oceano, all’estremità del mondo presso il soggiorno della Notte, dove si trovano le Esperidi dalla voce sonora”.
Medusa, il cui nome in greco significa “colei che domina”, inizialmente era stata una donna bellissima con capelli meravigliosi. Poseidone si innamorò di lei, si trasformò in uccello e la rapì. La sedusse nel tempio di Atena, e Medusa nascose il volto dietro l’egida della dea. Atena, offesa sia per averli scoperti nel suo tempio, sia perché la Gorgone aveva osato vantare i suoi capelli come più belli di quelli della dea, la punì trasformandola in mostro con gli occhi di fuoco, la lingua penzolante, con zanne enormi e serpi al posto dei capelli. Inoltre, pietrificava chiunque la guardasse.
Gea come sposo scelse Urano e assieme governarono il creato dando inizio a…
Il REGNO DI URANO
Gea (la Dea Madre) e Urano (il cielo stellato) generarono:
- tre Ecatonchiri (o Centimani): Briareo (o Egemone), Gie (o Gige) e Cotto.Gea li generò fecondata dalla pioggia che Urano fece cadere dal cielo sulla Terra.Ognuno di loro aveva cento braccia e cinquanta teste che sputavano fuoco, il resto del corpo (quindi dal busto in giù) era di aspetto umano.Non erano giganti, ma uomini. Sono i primi mostri ad apparire nella “cronologia mitologica” greca; sono perciò appartenenti a quella schiera di mostri che è stata definita come “Prima Generazione Cosmica”. Una progenie rinnegata degli dei, che le stesse divinità hanno paura di affrontare.
- tre Ciclopi: Bronte (tuono), Sterope (fulmine) ed Arge (lampo)
In epoca arcaica gli antichi mitografi distinguevano tre stirpi di ciclopi:
- I figli di Urano e Gea appartengono alla prima generazione divina di Ciclopi. “Costruttori”, che avrebbero costruito tutti i monumenti preistorici che si vedevano in Grecia, in Sicilia e altrove, costituiti da blocchi enormi il cui peso e dimensione sembrano sfidare le forze umane (le “mura ciclopiche”);
- Poi c’erano gli alti conoscitori dell’arte della lavorazione del ferro: Ciclopi aiutanti di Efesto (Vulcano). Ciclope (significa ‘occhio rotondo’). Caratterizzati dalla presenza di un solo occhio.
Nell’Odissea di Omero (libro IX), Ulisse incontra in Sicilia i loro figli: i barbari Ciclopi, che, ormai scordata l’arte degli avi che lavoravano come fabbri, vivevano dediti alla pastorizia e isolati l’uno dall’altro in caverne.
« Questi si affidano ai numi immortali: non piantano alberi,non arano campi; ma tutto dal suolo per loro vien su inseminato e inarato, orzo e frumento e viti che portano vino nei grappoli grossi, che a loro matura la pioggia celeste di Zeus » (Odissea, IX, 107-111)
Omero dà il nome di uno solo di loro, Polifemo, che fece prigioniero Ulisse e i suoi compagni. Una qualche verità storica riguardo all’esistenza di una popolazione o tribù che rispondesse al nome di “Ciclopi” ci viene data da Tucidide nel libro VI delle sue Storie allorquando si accinge a parlare delle popolazioni barbare esistenti in Sicilia prima della colonizzazione greca.
Così scrive:
« Si dice che i più antichi ad abitare una parte del paese fossero i Lestrigoni e i Ciclopi, dei quali io non saprei dire né la stirpe né donde vennero né dove si ritirarono: basti quello che è stato detto dai poeti e quello che ciascuno in un modo o nell’altro conosce al riguardo. »
L’ipotesi più attendibile rimane oggi quella secondo cui i Ciclopi, antichi fabbri, fossero in realtà degli artigiani emigrati da oriente fino alle isole Eolie dove si sono trovate tracce della lavorazione dei metalli.I riscontri archeologici potrebbero così confermare il mito che li voleva residenti proprio su tali Isole. La presenza di un occhio solo potrebbe essere una tradizione legata all’usanza di coprire con una benda l’occhio sinistro per proteggerlo dalle scintille ovvero da un ipotetico tatuaggio sulla fronte rappresentante il Sole, essere cui questi antichi artigiani poterono probabilmente essere devoti.
12 Titani:
Sei maschi:
Oceano
Ceo
Crio
Iperione
Giapeto
Crono
Sei femmine (Titanidi):
Tea
Rea
Temi
Teti
Febe
Mnemosine
Vivevano su una montagna della Tessaglia. Erano talmente forti che ancora oggi si usa dire uno sforzo o una forza titanica per indicare una forza veramente grande.
Urano, disgustato dall’aspetto mostruoso dei suoi figli, i Ciclopi e gli Ecatonchiri e ossessionato dall’idea che potessero privarlo un giorno del dominio dell’universo, li fece sprofondare tutti al centro della terra.
Articolo di Redazione AG
Fonte (terralab.it)