Anunnaki, MESOPOTAMIA, MITI

Ziusudra: mito del diluvio sumero

La Lista Reale Sumerica e i re anti-diluviani

La Lista Reale Sumerica (sumerico: [nam]-lugal an-ta ed3-de3-a-ba; Quando la regalità discese dal cielo) è un testo in cuneiforme sumerico composto tra il 2100 e il 1900 a.C.con la finalità di gettare le basi tradizionali e politiche dell’unificazione del territorio di Sumer (Mesopotamia meridionale).
Esistono diverse versioni giunte a noi di questo fondamentale documento della civiltà sumerica. Alcune di queste, segnatamente quelle indicate con le sigle WB, P5 e K forniscono chiaramente una lista di re vissuti antecedentemente al Diluvio Universale (in sumerico amāru, in accadico abūbu). Tra queste tre fonti, quella indicata con la sigla WB è la più completa e quindi utilizzata dagli studiosi.
Questo testo si avvia con il principio di “regalità” che discende dal cielo (nam]-lugal an-ta ed3-de3-a-ba: “Quando la regalità scese dal cielo” ) per essere assegnato per la prima volta alla città sumera di Eridu in cui resta per complessivi 64.800 anni, successivamente tale principio si trasferisce alla città di Bad-Tibira per altri 108.000 anni, per poi discendere sulla città di Larak per ulteriori 28.800 anni, poi a Sippar per 21.000 anni e infine, prima del Diluvio Universale, a Šuruppak:

(SUX« šuruppagki ubara-tu3-tu3
lugal-am3 mu 18600 i3-ak
1 lugal
mu-bi 18600 ib2-ak
5 iriki-me-eš
lugal
mu- 241200 ib2-ak
a-ma-ru ba-ur3-«ra-ta» »
(IT« A Shuruppak Ubartutu
divenne re e regno 18.600 anni:
1 re;
i suoi anni di regno sono 18.600
Sono 5 città,
8 re;
i loro anni di regno sono 241.200.
Il diluvio spazzò via ogni cosa. »
(Lista Reale Sumerica (WB), 32-39; traduzione di Giovanni Pettinato)

In questa versione della Lista Reale Sumerica Ubartutu (Ubara-Tutu) è l’ultimo re prima del Diluvio. In un’altra tavola, che gli studiosi indicano come WB 62 (datata alla fine del III millennio, scritta sempre in sumerico ed edita da Langdon), viene citato Ziusudra (zi-u4-sud-ra dumu su-kur-lam: “Ziusudra uomo di Šuruppak”)

Ziusudra e il mito sumerico del Diluvio Universale

Il mito del Diluvio Universale è di origine sumerica. Come vedremo più avanti, la causa del Diluvio viene fatta risalire a una scelta divina. In un poema, in lingua sumerica, conosciuto come Enki e Ninḫursaĝa risalente agli inizi del secondo millennio (tre testi: Nippur, Ur e uno di provenienza sconosciuta), e che conserviamo in 284 versi con pochi passi lacunosi, viene così descritto il mondo prima della civiltà.

(SUX« dili-ni-ne dilmunki-a u3-bi2-in-nu2
ki den-ki dnin-sikil-la ba-an-da-nu2-a-ba
ki-bi sikil-am3 ki-bi dadag-ga-am3
dilmunki-a ugamušen gu3-gu3 nu-mu-ni-be2
darmušen-e gu3 darmušen-re nu-mu-ni-ib-be2
ur-gu-la saĝ ĝiš nu-ub-ra-ra
ur-bar-ra-ke4 sila4 nu-ub-kar-re
ur-gir15 maš2 gam-gam nu-ub-zu
šaḫ2 še gu7-gu7-e nu-ub-zu
nu-mu-un-su2 munu4 ur3-ra barag2-ga-ba
mušen-e an-na munu4-bi na-an-gu7-e
tum12mušen-e saĝ nu-mu-un-da-RU-e
igi-gig-e igi-gig-me-en nu-mu-ni-be2
saĝ-gig-e saĝ-gig-me-en nu-mu-ni-be2
um-ma-bi um-ma-me-en nu-mu-ni-be2
ab-ba-bi ab-ba-me-en nu-mu-ni-be2
ki-sikil a nu-tu5-a-ni iri-a nu-mu-ni-ib-sig10-ge
lu2 id2-da bal-e ĝi6-de3 nu-mu-ni-be2
niĝir-e zag-ga-na nu-um-niĝin2-niĝin2
nar-e e-lu-lam nu-mu-ni-be2
zag iri-ka i-lu nu-mu-ni-be2 »
(IT« Quando (Enki) da solo a Dilmun giaceva,
il posto dove egli giaceva con sua moglie Ninsikila,
quel posto era puro, quel posto era splendente.
A Dilmun il corvo non gracchiava;
l’uccello-dar non gridava “Dar! Dar!”;
il leone non uccideva;
il lupo non sbranava l’agnello;
il cane non soggiocava le capre;
il porco non mangiava l’orzo;
alla vedova quando aveva sparso il malto sul tetto,
gli uccelli non mangiavano il malto;
la colomba non mangiava il seme;
l’ammalato agli occhi non diceva: “Sono ammalato agli occhi!”;
colui che aveva mal di capo non diceva: “Ho male al capo!”;
la donna vecchia non diceva: “Sono una donna vecchia!”;
l’uomo vecchio non diceva: “Sono vecchio!”;
la vergine non trovava acqua nella città per bagnarsi;
il traghettatore non diceva: “È mezzanotte!”;
l’araldo non andava in giro;
il cantante non cantava [dicendo]: “Elulam!”;
fuori della città non si udivano pianti. »
(Enki e Ninḫursaĝa, 8-28. Traduzione di Giovanni Pettinato, in I Sumeri, p.76)

Dilmun (anche Tilmun o Telmun) è il nome con cui i Sumeri indicavano l’attuale isola di Bahrain includendo, probabilmente anche l’isola di Failaka. Tali isole erano molto importanti per gli scambi commerciali. In questo mito Dilmun viene descritta come una terra vergine, pura, santa, priva di civilizzazione. Ninskila, paredra del dio Enki, chiede a quest’ultimo di fornirla di acqua per avviare la produzione agricola. Enki si avvale del dio Sole, Utu, e l’isola si avvia verso la civilizzazione. Come vedremo, nel racconto sumerico del Diluvio Dilmun sarà il luogo che gli dèi destineranno a Ziusudra, l’unico uomo sopravvissuto al Diluvio e da loro reso immortale.
Per quanto attiene il mito sumerico del Diluvio Universale disponiamo di una tavola in lingua sumerica.che precederebbe di più di un secolo il poema assiro-babilonese di Atraḫasis, quest’ultimo risalente al periodo paleobabilonese (XVIII secolo a.C.). Questa tavola raccoglie, quindi, la più antica versione sumerica del mito del Diluvio Universale. Essa fu rinvenuta a Nippur (Nibru, oggi Nuffar) nel 1895 e fu pubblicata per la prima volta dall’assiriologo tedesco Arno Poebel (1881-1958) nel 1914 in Historical and Grammatical Text. La tavola risulta non ben conservata, il suo testo cuneiforme muove lungo sei colonne. Le prime 36 righe sono andata perdute, lì dove probabilmente si sarebbe narrata la creazione dell’uomo da parte del dio Enki e della dea Nintu (conosciuta anche come Ninḫursanga). C’è però una minaccia per l’umanità e un dio (Enki o forse Enlil) prende la parola:

(SUX« 38. nam-lu2-ulu3-ĝu10 ḫa-lam-ma-bi-a ga-ba-/ni-ib\-[…]
39. dnin-tur5-ra niĝ2-dim2-dim2-ma-ĝu10 sig10-[sig10]-/bi\-[a] ga-ba-ni-ib-gi4-gi4
40. uĝ3 ki-ur3-bi-ta ga-ba-ni-ib-gur-ru-ne
41. iriki me-a-bi ḫe2-em-mi-in-du3 ĝissu-bi ni2 ga-ba-ab-dub2-bu
42. iri me-a šeg12-bi ki kug-ga ḫe2-em-mi-in-šub
43. ki-eš- me-a ki kug-ga ḫe2-em-mi-ni-ib-ri
44. KUG? A niĝ2 izi ten-na si mi-ni-in-si-sa2
45. ĝarza me maḫ šu mi-ni-ib-šu-du7
46. ki a im-ma-ab-dug4 silim ga-mu-ni-in-ĝar
47. an den-lil2 den-ki dnin-ḫur-saĝ-ĝa2-ke4
48. saĝ gig2-ga mu-un-dim2-eš-a-ba
49. niĝ2-gilim ki-ta ki-ta mu-lu-lu
50. maš2-anše niĝ2-ur2-4 edin-na me-te-a-aš bi2-ib2-ĝal2 »
(IT« 38. “Mi o[ppongo] all’annientamento dei miei uomini,
39. E per Nintu, (r)ipristinerò le mie creature;
40. (Re)installerò la popolazione presso di lei
41. Affinché (ri)costruiscano le loro città, Dove li (ri)metterò al riparo (?)
42. Che ne (ri)edifichino la muratura, ciascuno nel suo spazio sacro;
43. Che vi erigano (di nuovo?) luoghi sacri(?) Ciascuno nel suo spazio (?)
44. Fornirò loro acqua pura per spegnere il fuoco (?);
45. (Ri)stabilirò fra essi Cerimoniale sacro e augusti Poteri!
46. La terra sarà (di nuovo?) irrigata E la prosperità (re)staurata!”
47. Quando dunque An, Enlil, Enki e Ninḫursag
48. Ebbero propagato di nuovo le teste-nere,
49. si rimoltiplicarono ovunque gli esseri viventi,
50. E, per arricchire la campagna, (Ri)apparvero quadrupedi di tutte le specie. »
(Il racconto in sumerico del Diluvio Universale, 38-50; traduzione in Bottéro/Kramer, p.601)

Le successive righe, quelle dalla 51 all’84, sono andate perse. Sembra ancora una volta che gli uomini possano perdere la loro esistenza e, quando il testo riprende (righe 85-100) il dio Enki si muove ancora in loro aiuto per la costruzione di città e di governi centrali organizzati, destinandovi la sede degli dèi, e per la costruzione di canali adatti all’irrigazione dei campi. Le righe 101-139 sono andate perse è qui che doveva essere riportata la motivazione della successiva decisione divina di inviare il Diluvio Universale. Quando, al rigo 140, il testo riprende Enki e Nintu cercano di opporsi alla decisione degli dèi di sterminare gli uomini.

(SUX« 140. ud-bi-a dnin-/tur5\ […] DIM2 A […]
141. kug dinana-ke4 uĝ3-bi-še3 a-nir mu-[un-ĝa2-ĝa2]
142. den-ki šag4 ni2-te-na-ke4 ad i-ni-/in\-[gi4-gi4]
143. an den-lil2 den-ki dnin-ḫur-saĝ-ĝa2-[ke4]
144. diĝir an ki-ke4 mu an den-lil2 mu-X-[pad3] »
(IT« 140. Allora [Nin[tu… le sue] crea[ture…],
141. la santa Inanna pian[se] per il suo popolo,
142. Enki rimurginava con sé stesso:
143. (ché) An, Enlil, Enki (e)Ninḫursag,
144. gli dèi dell’universo avevano prestato giurmaneto nel nome di An ed Enlil. »
(Il racconto in sumerico del Diluvio Universale, 140-144; traduzione Giovanni Pettinato, in Mitologia sumerica, pos. 2760)

Ed ecco che il re di Šuruppak, Ziusudra, re devoto agli dèi, sostava in preghiera nel tempio (righe 145-150) quando:

(SUX« /ki?\-ur3-še3 diĝir-re-e-ne e2-ĝar8 […]
zi-ud-su3-ra2 da-bi gub-ba ĝiš mu-[un-tuku]
iz-zi-da a2 gab2-bu-ĝu10 gub-ba […]
iz-zi-da inim ga-ra-ab-dug4 inim-[ĝu10 ḫe2-dab5]
na de5-ga-ĝu10 ĝizzal [ḫe2-em-ši-ak]
DAG-me-a a-ma-ru ugu kab /dug4\-[ga …] ba-/ur3\ […]
numun nam-lu2-ulu3 ḫa-lam-e-/de3\ [nam-bi ba-tar]
di-til-la inim pu-uḫ2-ru-[um-ma-ka šu gi4-gi4 nu-ĝal2]
inim dug4-ga an den-[lil2-la2-ka] [šu bal-e nu-zu]
nam-lugal-bi bal-bi /ba\-[bur12 e-ne šag4 kuš2-u3-de3] »
(IT« Nel santuario (?), il dio […] una parete.
E Ziusudra sentì vicino a sé,
Mentre era vicino alla parete, Alla sua sinistra […]:
“Parete ti parlo! Ascolta le mie parole!
[Presta ascolto] alle mie istruzioni!
Il Diluvio [annienterà] gli agglomerati e sommergerà la loro capitale,
per distruggere il genere umano: [così egli ha deciso],
Decisione approvata dall’assemblea [e irrevocabile]!
Ordine dato da Anu e Enlil e [invariabile]:
Il Reame degli uomini [sarà distrutto…] »
(Il racconto in sumerico del Diluvio Universale, 151-160; traduzione in Bottéro/Kramer, p.603)

Le righe 161-200 sono andate perdute, lì si sarebbero dovute trovare le istruzioni del dio Enki a Ziusudra per costruire la barca e mettersi in salvo. Infine il sopraggiungere del Diluvio Universale.
Le righe 201-211 narrano del termine del Diluvio quando il dio Sole, Utu, riemerge nel suo splendore. Allora Ziusudra esce dalla barca e sacrifica a Utu buoi e montoni. Le righe 212-250 o sono incomprensibili o sono andata perdute, lì si sarebbero dovuti trovare i rimproveri del re degli dèi Enlil a Enki colpevole di aver messo in salvo Ziusudra.

(SUX« zi an-na zi ki-a i3-pad3-de3-en-ze2-en za-zu-da ḫe2-em-da-la2
an den-lil2 zi an-na zi ki-a i3-pad3-de3-ze2-en za-da-ne-ne im-da-la2
niĝ2-gilim-ma ki-ta ed3-de3 im-ma-ra-ed3-de3
zi-ud-su3-ra2 lugal-am3
igi an den-lil2-la2-še3 giri17 ki su-ub ba-/gub!\
an den-lil2 zi-ud-su3-ra2 mi2-e-/eš2?\ […-dug4-…]
til3 diĝir-gin7 mu-un-na-šum2-mu
zi da-ri2 diĝir-gin7 mu-un–ab-ed3-de3
ud-ba zi-ud-su3-ra2 lugal-am3
mu niĝ2-gilim-ma numun nam-lu2-ulu3 uru3 ak
kur-bal kur dilmun-na ki dutu e3-še3 mu-un-til3-eš »
(IT« “Ti avevo tuttavia fatto giurare sul cielo e sulla terra
Come An e Enlil in persona,con il loro[…]Avevano prestato giuramento!”
E Enki(?) fece di nuovo uscire dalla terra Gli esseri-viventi(?).
Frattanto Ziusudra, il re,
Essendosi prostrato davanti ad An ed Enlil,
Questi si affezionarono a lui.
Inoltre gli concessero una vita Simile a quella degli dèi:
Un soffio di vita immortale, come quello degli dèi!
Ecco come il re Ziusudra,
Che aveva salvato gli animali e il genere umano,
Fu insediato in una regione al di là del mare: A Dilmun, là dove si leva il sole »
(251-261; traduzione in Bottéro/Kramer, p.604)

Con gli ultimi versi, 262-265, che tuttavia sono andati perduti, si conclude il più antico racconto sumerico del mito del Diluvio Universale.
A tal proposito, tuttavia, occorre ricordare le conclusioni dell’assiriologo italiano Giovanni Pettinato il quale così chiosa su questa tavola la quale dunque conterrebbe:

« la più antica redazione del Diluvio sumerico, menzionato già nella Lista Reale Sumerica, e che anticipa di più di un secolo il racconto assiro-babilonese di Atramḫasīs »
(Giovanni Pettinato, Mitologia sumerica)

Lo studioso italiano ha ribadito la sua posizione in merito anche nella voce Atrahasis della Encyclopedia of Religion edita dalla Macmillan nel 2005.
L’assiriologa britannica Stephanie Dalley ritiene invece che la redazione di tale tavola in lingua sumerica sia basata su un’opera precedente composta in lingua accadica. Della stessa opinione gli studiosi inglesi Jeremy Black e Anthony Green. Tale fu l’opinione anche di Jean Bottéro e Samuel Noah Kramer i quali, ritenendo quest’opera sumerica prodotta su un originale accadico, precisano così sul poema paleobabilonese in lingua accadica di Atraḫasis:

« Creato è la definizione; non si tratta certamente di una traduzione dal sumerico, e tanto meno di un rifacimento di un’opera pensata e redatta in questa lingua: ogni sua parte denuncia una composizione originale tipicamente paleobabilonese. »
(Jean Bottéro e Samuel Noah Kramer, Uomini e dèi della Mesopotamia, Milano, Mondadori, 2012, p. 561)

D’altronde anche Pettinato è assolutamente convinto che tale poema, quello in lingua accadica di Atraḫasis, appartenga esclusivamente alla tradizione assiro-babilonese:

« Il mito di Atramḫasis, una creazione puramente assiro-babilonese, è la summa del pensiero semitico sul mondo divino e sulla realtà umana dalle origini del mondo fino a quello attuale, passando per le varie fasi del divenire, come il Diluvio e la nuova creazione. »
(Giovanni Pettinato, Mitologia assiro-babilonese, p.311)

Tavoletta Del Diluvio Sumero; Penn Museum (http://www.penn.museum/collections/object/97591)

Fonti (Giovanni Pettinato, Jean Bottéro, Samuel Noah Kramer)

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